Oggi incontriamo Andrea Schiuma, autore di “Facemmo l’amore una notte di maggio”
Ciao Andrea, benvenuto su Zebuk. Ci racconti qualcosa di te?
Ciao, e grazie a voi per avermi ospitato! Ho ventidue anni, sono di Modugno, un paese in provincia di Bari, studio Scienze Politiche e mi sono da poco trasferito a Milano. Oltre a scrivere adoro leggere (secondo me le due cose non potrebbero che andare di pari passo), viaggiare, sono un appassionato – mai un intenditore – di cinema e serie tv, suono chitarra classica, purtroppo non con la stessa costanza di un tempo. Adoro collezionare sfere di vetro, di quelle con dentro un monumento e la neve, come ricordi dei miei viaggi. Vorrei un giorno fare della mia passione per la scrittura anche la mia professione.
Come è nata l’idea di “Facemmo l’amore una notte di maggio”?
L’idea è nata una sera, durante una cena in pizzeria con degli amici. La serata era stata piacevole. Poi è arrivato il classico momento in cui nessuno sa più cosa dire. Allora mi sono accorto che a fianco al nostro tavolo erano sedute due giovani donne. Parlavano in modo fitto di questioni sentimentali. Allora mi sono chiesto: come dev’essere l’esistenza di un uomo la cui principale occupazione è rubare le conversazioni, e quindi le vite, degli altri?
A chi ti sei ispirato per il personaggio di Nicola?
A tutti e a nessuno. Secondo me un personaggio non si costruisce “copiando e incollando” il carattere di una persona davvero esistente. Credo che la costruzione di un personaggio sia più un’operazione di “taglio e cucito”: qualche lato della sua personalità viene inventato di sana pianta, altri sono tratti da quelli di tante persone realmente conosciute, mai solo una. In questo modo può nascere un personaggio ben delineato e, soprattutto, originale: un soggetto che non sia uno stereotipo o una maschera.
Che progetti hai per il futuro? C’è un altro libro in cantiere?
Sì, in questo periodo sto lavorando ad altri progetti, e sì, c’è anche un altro libro in cantiere.
La domanda di rito di ZeBuk: dimmi il tuo libro preferito e quello che hai al momento sul comodino.
Il mio libro preferito in assoluto è “Delitto e castigo”, di Dostoevskij. È di gran lunga il romanzo che più mi ha colpito e turbato. Ricordo che dopo averlo chiuso ho tremato per alcuni minuti, e ho pensato che nessuno sarebbe mai più stato in grado di scrivere un’opera del genere.
Sul comodino adesso invece ho “L’uomo delle nuvole” di Mathias Malzieu.
Grazie per la disponibilità ad Andrea!