La prima ora del giorno, Anna Martellato

Era uno di quei sublimi momenti pieni di speranza, in cui era finito qualcosa e qualcos’altro doveva iniziare, come quando scema la notte, ma deve ancora iniziare il giorno, o quando senti nell’aria che non è più inverno eppure non è ancora primavera.

Sono rimasta letteralmente incantata da questo romanzo. L’ho divorato più o meno in una notte in cui il sonno tardava ad arrivare. A metà libro ho deciso che non avrei potuto smettere.

La recensione di La prima ora del giorno, Anna Martellato

C’è qualcosa tra le parole, nei profumi, lungo le strade raccontate in questo romanzo, qualcosa che ti lega e ti accompagna, gentilmente ma con decisione, al fondo della storia, alla fine del racconto. Ed è qualcosa che scopri solo quando leggi l’ultima pagina, qualcosa che intuisci ma che non puoi confermare finché non lo vedi scritto.
Lo immaginate, vero? Non vi dirò più di questo. E non provate a scorrere le pagine per leggere solo il finale, perché la storia, quella vera, sta tutta nelle pagine precedenti.

Vicino alla finestra, in un angolo, l’unica pianta: un florido alberello di ibisco dai fiori rossi e carnosi, che la nonna curava con massima dedizione e che sbocciava non solo in estate, ma tutto l’anno.

La prima ora del giorno è un piacere da gustare lento, circondati dall’armonia e dalla serenità. È una storia dolce come il profumo di una pasticceria, amara come i ricordi di una guerra, triste e sorridente come un’isola greca circondata dal blu del mare.

Alla mia “iaià”, mia nonna Anna:
eri con me in ogni parola.

La dedica mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno: iaià, nonna in greco, da quel momento l’ha raccontata anche a me la sua storia, mescolata ai segreti di Zoe, la protagonista, e ai sogni di Iris, con la sua pasticceria da inaugurare…
Segreti importanti, che cambiano la vita. Come quello che Zoe porta con sé, credendolo un grosso errore.

«Certo, koukla mou. Ho capito. Stai tranquilla, si risolve tutto» le disse in un sorriso che tradiva una tristezza indecifrabile.

LA mia opinione su La prima ora del giorno, Anna Martellato

Quanti modi esistono di essere madre? E qual è quello giusto? Si può rinunciare ad un rassicurante obiettivo razionale per cui abbiamo lavorato tutta la vita per buttarsi in un’incredibile avventura che porterà con sé stravolgimenti e tutto un altro modo di vivere la propria vita?
Iaià non ha la risposta alle domande di Zoe, ma il suo segreto fornisce alla nipote molte più verità di quelle che credeva di avere, e tutto l’amore che una nonna può saper dare alla sua nipote adorata.

La prima ora del giorno ci trasporta nell’isola di Rodi, una volta colonia italiana: tra minareti ottomani e profumo di fiori e uvetta, tra strade che portano dritte al porto e cortili dove rubare le uova alle galline, con un racconto che mescola sapientemente storia vera e ricordi, sentimenti e memorie da non dimenticare.
La scrittura di Anna Martellato è leggera e piacevole, cattura nei particolari che sa descrivere e negli odori che sa richiamare. Inaspettata, a tratti, ti porta per mano lungo terribili memorie storiche, per poi sedersi al tuo fianco a gustarsi un immenso panorama.

Emozioni, storia e memoria, ben amalgamata ai profumi di un’isola che a questo punto ho proprio bisogno di andare a conoscere di persona. Un affascinante esordio, un’autrice da tenere d’occhio, ne sono più che convinta.

La prima ora del giorno
Anna Martellato
Giunti Editore (collana A), 2018, pag. 304, € 18,00
ISBN: 9788809856875

Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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