Fra Mauro e il babuino. Passioni proibite nel Quattrocento lombardo, Alberto Arecchi

“In piedi, al centro del gran labirinto tracciato al suolo, l’essere peloso osservava il pubblico con occhi fiammeggianti. La testa dell’animale era colpita in pieno, in controluce, da un raggio di sole che scendeva da un’alta finestra retrostante e traeva come un’aureola dai riflessi della sua lunga chioma. Sembrava che dovesse lanciarsi da un momento all’altro ad affrontare gli eserciti e le legioni di tutti gli angeli del cielo, e invece cominciò a muoversi lentamente, con ampi movimenti circolari che imitavano una danza, mentre i percussionisti ritmavano i suoi passi al suono cadenzato dei loro tamburi.”

La Recensione di: Fra Mauro e il babuino. Passioni proibite nel Quattrocento lombardo

Il libro di cui parliamo oggi è molto strano. Affascinante per certi versi, misterioso per altri, raccapricciante a tratti, curioso e ricco di fatti storici.
Simeone – e Fra Mauro sono due personaggi che nell’Italia di fine Medioevo si trovano a fare i conti con passioni torbide e scontri di potere tra le grandi potenze dell’epoca: Francia e Spagna. Sono entrambi affascinati da certi tipi di peccati, più carnali che spirituali, ma non hanno paura a intrufolarsi nei misteri occulti. Conoscono così Layla, regina della notte, San Siro e la leggenda della sua maledizione sulla città di Pavia, i riti pagani nell’antico tempio di Cibele, più tardi sostituito da una grande chiesa cristiana…

[…] Frà Mauro era salito a rendergli visita. Aveva portato con sé un volume manoscritto. Il titolo, scritto in caratteri capitali, era “La vera historia della maledictione del sancto Syro, protovescovo”. Con uno stupore via via crescente, i due si immersero nella lettura di una storia raccapricciante e scoprirono che proprio lì, sotto i loro piedi, molto tempo prima erano stati i simulacri e il santuario di un cruento culto pagano, consacrato alla dea Cibele. […]

La mia opinione su: Fra Mauro e il babuino. Passioni proibite nel Quattrocento lombardo

L’architetto Alberto Arecchi, autore del libro, mescola leggenda, architettura, simboli esoterici antichi, riti pagani e cristiani, per raccontare una storia torbida, una passione proibita che lega Fra Mauro e il giovane Simeone.

Figlio di una suora espulsa dal monastero perché non aveva voluto rinunciare al figlio, e morta dopo aver cercato di mantenerlo con i pochi espedienti che una donna nelle sue condizioni potesse utilizzare allora, Simeone è chiamato “il simiùn” dai bambini della città, lo scimmione. Schivo negli atteggiamenti, sempre a testa bassa, ma servizievole con tutti, il ragazzo viene coinvolto non solo in giochi proibiti, ma anche in esperimenti esoterici pagani dal frate.

Molti riferimenti storici e artistici, in parte una certa confusione – che contribuisce a rendere tutto più misterioso e fumoso -, la descrizione di alcuni monumenti di grande importanza, una storia ambigua e oscura, che si srotola tra i vicoli bui e maleodoranti di Pavia.

“Come spinto da una forza sovrumana, Frà Mauro sente di doversi alzare per salire i gradini verso l’altare. La luce radente, che proviene dalle finestre della facciata, gli fa apparire nitidi anche i minimi particolari della pietra, anche i più lontani, con una nitidezza che manca ancora ai suoi pensieri. Giunge sul presbiterio e vede dinanzi a sé, sul pavimento, il labirinto circondato da personaggi impegnati nei lavori agricoli dei vari mesi e dalle costellazioni celesti. È come se i muscoli si muovessero in modo indipendente dal suo volere, rispondendo a stimoli provenienti da un’altra volontà.”

Una prova interessante che merita un’attenzione in più all’autore – anche se a volte ammetto la fatica a seguire il filo degli eventi – con un finale che andrebbe seguito da vicino e che spinge a meditare sull’attualità di certi ambiti storici, architettonici e di cura del territorio e della cultura giunta fino a noi.

Fra Mauro e il babuino. Passioni proibite nel Quattrocento lombardo
Alberto Arecchi
Elison Publishing, 2019, pag.131
ISBN: 9788869631962

Photo : sanmichelepavia.it

Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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