Non avere paura. Il mio racconto non può farti del male malgrado quello che ho fatto e ti prometto di rimanere sdraiata buona buona al buio – magari a piangere o a vedere ancora il sangue ogni tanto – ma non distenderò più braccia e gambe per alzarmi scoprendo i denti. Mi spiego. Puoi pensare al mio racconto come a una confessione, se vuoi, ma piena di curiosità familiari solo nei sogni o quando il profilo di un cane gioca nel vapore dell’acqua che bolle. O quando una bambola di cartocci di mais su una mensola poco dopo è per terra nell’angolo di una stanza e la cattiveria che l’ha fatta finire lì è evidente. Dappertutto succedono cose anche più strane. Tu lo sai. Lo so che lo sai.
Inizia così Il dono di Toni Morrison, la quale senza preamboli ci catapulta negli Stati Uniti, nel Maryland per l’esattezza, alla fine del Seicento.
La recensione di Il dono di Toni Morrison
Florens è una ragazzina, figlia di una schiava e forse del suo padrone di origini portoghesi, con le mani da serva e i piedi da signora: adora infatti le scarpe da grandi.
Vive con la mamma in una capanna.
Un giorno alla fattoria arriva Jacob, un commerciante anglo-olandese con un debito da riscuotere.
Il padrone però non ha denaro, così gli offre una delle sue schiave in cambio. La madre di Florens coglie negli occhi dell’uomo della bontà e così spinge affinchè sia scelta sua figlia.
Da quel giorno, per tutta la vita, Florens cercherà senza riuscirci di colmare quel vuoto materno, senza rendersi effettivamente conto che il gesto di sua madre è stato il dono più grande che potesse farle: la possibilità di un futuro migliore.
Florens allora sospirava, appoggiando la testa sulla spalla di Lina, e quando si addormentava il sorriso le indugiava sulle labbra. Fame di madre – di esserlo o di averne una – entrambe erano scosse da quel desiderio che, Lina lo sapeva, restava vivo, si insinuava nelle ossa.
La mia opinione di Il dono di Toni Morrison
Il dono è un romanzo breve ma intenso.
Toni Morrison scrive in prima persona e quando parla la piccola Florens a volte è difficile da seguire.
Però la storia, scritta in maniera impeccabile, è una carezza che riempie il cuore.
Le storie si alternano mettendo in luce prima un protagonista poi l’altro. Le storie si intrecciano delineando la “biografia” di Florens.
Toni Morrison ci racconta lo schiavismo dei neri da padroni bianchi, normalissimo per l’epoca, in una indifferenza totale.
Ci regala anche tanti personaggi, la maggioranza femminili, ognuno con il suo passato, con i suoi sassi nelle tasche da trascinare…
Un libro breve, ma consigliato anche a chi si vuole approcciare ad una Autrice con la A maiuscola.
Buona lettura.
L’autrice: Toni Morrison
Toni Morrison, Premio Nobel per la letteratura nel 1993, è nata a Lorain, nell’Ohio, e vive tra Rockland County, nello Stato di New York, e Princeton nel New Jersey, dove insegna all’università. È autrice di romanzi che sono ormai pietre miliari della letteratura americana, tutti pubblicati in Italia da Frassinelli: L’occhio più azzurro, Sula, L’isola delle illusioni, Canto di Salomone – che nel 1978 ha ottenuto il National Book Critics Circle Award – Jazz, Amatissima – vincitore del Premio Pulitzer nel 1988 –, Paradiso, il saggio Giochi al buio, Amore e, con Slade Morrison, la fiaba Chi ha più coraggio? La formica o la cicala? Il suo ultimo romanzo è A casa (2012).
Il dono
Toni Morrison
Frassinelli, 2018, 180 pag., € 9.90