Riccardino, Andrea Camilleri

“Talè! Talè! ‘U commissariu arrivò!”.
“Montalbano è!”.
“Cu? Montalbanu? Chiddro di la tilevisioni?”.
“No, chiddro veru”.

L’ultimo romanzo che ha come protagonista il Commissario Montalbano, pubblicato a un anno esatto dalla morte di Andrea Camilleri.
Un capolavoro? Una delusione? Voi l’avete letto? e cosa ne pensate?

La recensione di Riccardino, Andrea Camilleri

Caro il mio Autore, io credo che con questa storia si è allargata tra noi una crepa esistente già da qualche tempo, crepa che rende sempre più difficile ogni ulteriore collaborazione.

Una prima scrittura nel 2004, finito nel 2005, rivisto nel 2016 dall’autore, che lo ha rinnovato solo per quanto riguarda la lingua, lasciando immutata la trama. Riccardino costituisce il congedo di quello che (grazie anche alla versione televisiva di formidabile successo), è con certezza il personaggio più popolare prodotto dalla letteratura italiana a cavallo tra questi millenni, divenuto anche un riferimento etico e civile per la Sicilia e per l’intero paese.

Il mio parere su Riccardino, Andrea Camilleri

Appena che s’attrovò assittato supra alla verandina a Marinella si misi a taliare il mari che era addivintato di colpo agitato assà, l’acqua in un vidiri e svidiri si era mangiata mezza pilaja, le ondate facivano ‘na rumorata furiosa. E a picca a picca tutto quell’arraggio naturali accomenzò a contagiarlo; la parlata che aviva avuto col questori se l’arricordò parola per parola. 

Meglio aspettare un po’, prima di conoscere ciò che è troppo pubblicizzato. Meglio farlo depositare, sedimentare. Meglio aspettare che i fuochi si plachino, che le voci si abbassino un po’… che la marea arraggiata si calmi.

Riccardino era la chiusura che tutti gli amanti dei romanzi e delle indagini di Salvo Montalbano aspettavano. Non una grande trama da giallo, non tutti sono rimasti contenti di come si è andata a chiudere – tranquilli, niente spoiler in questa recensione! – ma tant’è, dobbiamo accontentarci oggi di quello che resta.
E quello che resta, a mio parere, è la grande opera di un uomo, un letterato, che ha saputo cogliere le piccole cose dell’animo umano e le ha sapute rendere vive nei personaggi che ha dipinto in punta di penna: Salvo, Livia, Adelina, Mimì Augello, Fazio, Catarella, persino il profissori

“Quale professore, Catarè??”
“Il profissori autori”
“Se richiama, digli che non ci sono”.
Quello capace che aviva sintuto già feto di morto ammazzato, macari se bitava a Roma.

Ecco, appunto: proprio tutti tutti i personaggi dei romanzi di Salvo Montalbano.
Riccardino meritava di essere letto con molta attenzione. E insieme alla storia di Riccardino c’era anche da celebrare la nuova lingua, la lingua di Vigàta, che Camilleri ha saputo rendere viva, almeno quanto i personaggi che la parlano.
Ho aspettato di essere libera da impegni. Me lo sono goduto pagina per pagina, parola per parola, ho ascoltato (leggendo) i dialoghi – gioco forza con le voci dei protagonisti della serie televisiva, che si sono ormai fusi nel vissuto di tutti noi con quelli del libro. Ho provato a farmi un’idea, a proporre ipotesi al “profissori autori” e anche a Montalbano stesso.
Arrivare alle ultime pagine è stato un lampo, e mi sono convinta che questa era l’unica conclusione possibile, l’unica che rendesse onore a Vigata e ai suoi abitanti, l’unica che confermasse il carattere spigoloso del Commissario Salvo Montalbano, che mostrasse in modo chiaro e tondo il rapporto a volte difficile che si crea, e che evolve in mille modi diversi, tra un personaggio (inventato) e il suo creatore (l’autore).
Pirandelliano, ha sostenuto qualcuno.
E in effetti…

Una splendida conclusione. 

Riccardino
Andrea Camilleri
Sellerio, 2020, pag.292, € 14,25
ISBN: 978-8838940750

Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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