Ancora la solita vecchia storia. Un’incomprensione di quelle che ti rovinano la vita. Un’incomprensione che adesso lo rendeva il principale sospettato di un crimine orrendo. Quando sarebbe riuscito a gettarsi quella brutta storia alle spalle?, si chiese Gatto accendendosi una sigaretta fuori dal commissariato.
Chiesa non l’aveva trattenuto, per il momento. Non avevano nessuna prova che potesse inchiodarlo e dovevano ancora verificare il suo alibi. Ma il vicequestore gli aveva fatto capire, senza troppe sottigliezze, che gli sarebbero stati col fiato sul collo, e che, prima o poi, sarebbero riusciti a incastrarlo con una scusa o con un altra. Neanche ci provavano a cercare il vero colpevole, avevano il loro agnello sacrificale, pregiudicato per di più. Chiesa era un osso duro, questo Claudio lo aveva capito subito, i suoi modi gentili non lo avevano incantato. Era un figlio di puttana come ce ne sono pochi.
La recensione di L’angelo custode, Leo Giorda
Il cadavere decapitato di un bambino di soli undici anni viene ritrovato in un cassonetto nel quartiere San Lorenzo a Roma. Il primo sospettato è Claudio Gatto un pianista che lavora nei locali notturni con precedenti di pedofilia, un sospettato perfetto ma con un alibi di ferro per il vicequestore Chiesa.
Gatto disperato si rivolge a un amico pusher in cerca di consolazione e di aiuto. Costui gli suggerisce di rivolgersi a uno strano personaggio, Woodstock, maestro elementare, frequentatore di centri sociali, ma con uno strano potere, quando fa uso di erba si sviluppa in lui una capacità deduttiva fuori dal normale.
Questa sua dote viene messa al servizio gratuitamente di poveracci e derelitti, ma in verità è la prima volta che si trova a indagare su un caso di omicidio, per di più di un bambino.
La mia opinione su L’angelo custode, Leo Giorda
Chi mi conosce sa che apprezzo molto i libri ambientati in Italia, e questo romanzo d’esordio del giovane autore romano Leo Giorda , ambientato nella capitale, non mi ha deluso, adoro ripercorrere mentalmente luoghi che ho visitato o mi piacerebbe visitare.
Ma quello che ho trovato più affascinante ne L’angelo custode è stato il modo in cui l’autore ha fatto interagire tre personaggi tanto diversi tra loro.
All’inizio risultano tutti a loro modo spiacevoli: il vicequestore per la sua arroganza, Gatto appare ammantato da un alone di viscidume e infine Adriano Scala alias Woodstock ci viene presentato come un eterno Peter Pan incapace di portare avanti relazioni da adulto.
Personaggi unici che durante l’indagine si trovano loro malgrado ad interagire e a farci conoscere la loro straordinaria purezza.
L’angelo custode
Leo Giorda
Ponte alle Grazie, 2022, p. 272, €. 16,00