Una regola di questi mondi è non aprire.
Non è una legge, è una regola di buon senso. A ogni apertura qualcosa penetra dall’altra parte e se un cassetto è un pericolo una finestra è terrore.
Già, Le regole di questi mondi. Voi le avete capite, per caso?
Sono l’uomo che si sveglia, sono il corpo scavalcato, sono l’uomo che precipita, sono l’uomo immaginato, sono il moto accelerato, sono il salto e la caduta. Sono il particolare che non posso vedere. Sono il particolare che ho visto. Sono indagine risolta. Sono indagine irrisolta. Sono il rumore delle ossa frantumate.
La recensione di Le regole di questi mondi, Carlo Sperduti
Brevi racconti su temi diversi. Il tema della soglia apre le danze, seguito a ruota dai temi del corpo, dello spazio, del tempo e infine della parola.
Brani pubblicati su pagine di riviste e antologie, online e non, scritti più o meno tra il 2018 e il 2019.
Brani che riflettono uno stato di allerta sempre acceso, frutto di malintesi e misteri. E un’osservazione distaccata e attenta.
Anna toglie cose: lipogramma vivente, che bilancia l’esistenza arbitraria giocando di arbitrarie esclusioni, regola lampante contro regola ignota: questa settimana lo yogurt, poi per un mese la parola acqua e per quindici giorni l’empatia
La mia opinione su Le regole di questi mondi, Carlo Sperduti
Se devo dirvelo chiaro non è che proprio abbia capito questo libro. E infatti mi sono riservata di riprenderlo fra qualche tempo, perché sedimenti, prima, e germogli, magari, poi.
Mi attrae in tutte le sue parti, fin dalla copertina in quella carta meravigliosa effetto seta alle pagine, alle parole studiate, centellinate, goccia a goccia, alle porte che accenna ad aprire e poi invece no, meglio tenerle chiuse.
Meglio non aprire.
Dopo tutto è una regola di questi mondi.
E dopotutto nessuno ha mai detto (o sbaglio?) che le parole di un libro debbano per forza essere capite prima, perché possano lavorare dentro di noi.
Giusto?
Le regole di questi mondi
Carlo Sperduti
Piedimosca, 2022, p. 152, €. 15,00