Lei non è un’insegnante come tante altre. Un po’ perché ha l’aria fanciullesca di chi cammina con una borsa di Pucca sulla spalla ed una matita tra i capelli. Un po’ perché, soprattutto negli ultimi tempi, stare con i ragazzi si è fatto più difficile. Bisogna avere qualche cosa che permetta di integrarsi un po’ con loro ma, allo stesso tempo, mantenga le distanze, protegga da loro, metta in chiaro chi è il capobranco. Un paio di anfibi, insomma.
Perché i ragazzi, per ottenerne il rispetto, vanno seguiti ovunque, su qualsiasi terreno, dimostrando ogni volta il proprio valore. Come un generale non può comandare l’esercito dalle retrovie, l’insegnante deve alzarsi sempre dalla mischia, in prima linea e in piedi sulla cattedra, guida e sostegno a giovani deboli, insicuri, inconsci di quello che li aspetta, che presto diventeranno uomini (e naturalmente donne) con una loro ben chiara posizione nella società.
Nato da un’esperienza di scambio reciproco tra una professoressa ed i suoi ragazzi (su di un blog), questo libro è insieme biografico e d’attualità, cogliendo alcuni aspetti di quello che è uno dei punti critici della vita, l’adolescenza, vista dagli occhi di chi, per professione, è la persona che con i ragazzi trascorre la maggior parte del suo tempo, l’insegnante.
P.S. Devo ammettere, mio malgrado, di non essere del tutto imparziale con La Profe, dato che ho avuto il piacere di essere suo alunno. D’altra parte ho a mio favore l’esperienza diretta con una tra le persone che hanno avuto il maggior peso nella realizzazione di quello che sono oggi.
LA PROFE. Diario di un’insegnante con gli anfibi
Antonella Landi
Mondadori (2007, 1ª ed.), 213 pagine, € 14,00
Deve essere bello , io ho un ricordo bellissimo di un mio insegnante che sapeva essere “amico” ma soprattutto guida ,quando comincio un nuovo lavoro penso sempre ai suoi consigli 🙂
Anche io porto sempre nel cuore certe parole… le persone che contano nel dare forma ad una persona non si possono mai dimenticare…
L’ho letto, tempo fa, e mi è piaciuto: non è brillante come avrei sperato, da fedele lettrice del blog della Profe. In alcuni punti, insomma. In altri è geniale e divertente, come lei.
Peccato, peccato che dopo l’uscita del libro, sia stato chiuso il blog. E’ stata una grandissima perdita, secondo me, da molti punti di vista: umano, didattico, sociale.
Come si dice… quando le cose funzionano finiscono sempre tra i piedi a qualcuno… e in questo caso specifico sono stati i colleghi stessi a pressare perché venisse chiuso… d’altra parte la chiusura del blog ha fatto più pubblicità che altro!