Il giudice meschino, Mimmo Gangemi

Un bel giallo “legal” questo romanzo di Mimmo Gangemi, una storia intricata che si insinua nei meandri della giustizia italiana. Il magistrato Alberto Lenzi viene coinvolto nelle indagini sull’uccisione di un suo collega giudice, e dopo un’iniziale scetticismo si getta a capofitto nella ricerca della verità. Ormai stabilizzatosi da anni dentro una carriera mediocre, interessato principalmente alla bella vita e alle donne, Alberto verrà assorbito suo malgrado dall’intricarsi delle indagini, e anche la sua vità subirà dei grandi cambiamenti. Le iniziali ipotesi sulla ‘ndrangheta quale mandante dell’omicidio, piano piano vengono messe in discussione, grazie anche alle mezze parole di un vecchio capobastone che parla come un oracolo e che con questa collaborazione (sempre celata, mai chiara, per non venir macchiato del disonore  dell’infamia rispetto ai suoi “colleghi” di mandamento) spera di ottenere di passare i suoi ultimi giorni nel giardino di limoni casalingo e non chiuso in carcere.

Da questa strana partita a due si dipana la matassa di una complessa storia, che tocca argomenti scottanti e molto attuali: rifiuti tossici, navi dei veleni, discariche abusive. Sono coinvolti i più alti livelli dirigenziali dello stato, la criminalità organizzata e i poveri manovali dei mandamenti locali.

Alberto è l’attore di una “commedia umana” dove si muovono personaggi verissimi, contraddittori, sfaccettati, che inseguendo il proprio meschino tornaconto arrivano tuttavia a svelare una realtà che va molto oltre la ‘ndrangheta.

Con uno stile in equilibrio tra linguaggio popolare e prosa più complessa, l’autore ha voluto anche approfondire gli schemi e i codici d’onore di questa società, le codifiche di ogni atto, dare spiegazioni sull’importanza della gerarchia e le differenziazioni tra generazioni diverse di malavitosi; credo sia un bel documento per conoscere meglio il nostro sud e in particolare la Calabria, meraviglioso territorio martoriato dai disagi sociali e bellissimo.

Buona lettura e a rileggerci.

Il giudice meschino
Mimmo Gangemi
Einaudi, 2009, 353 pag., € 19,00

Sono quella che legge due libri contemporaneamente, quella che ha l'e-reader, io piango quando la scrittura è bella, divento il protagonista del libro. Curiosa, tento di infilarmi in tutti i generi, scegliendo tra i grandi classici e osando nuovi autori. L'unica certezza che ho: non mi basterà questa vita per finire la mia lista dei desideri. "Io penso, disse Anna sfilandosi un guanto, che se ci sono tanti ingegni quante teste, ci sono tanti generi d'amore quanti cuori" (Anna Karenina)

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