Da quando c’è Minnie ho imparato che l’Occhiata Mamma è persino più spietata dell’Occhiata Manhattan. Con l’Occhiata Mamma, ti squadrano da capo a piedi per valutare fino all’ultimo penny il costo dei tuoi vestiti. E non solo. Passano in rassegna anche gli abiti di tuo figlio, la marca del passeggino, la borsa dei pannolini, il tipo di merendina e se il pargolo sta sorridendo, urla o ha il moccio al naso.
So che è un bel po’ di roba da cogliere con uno sguardo in un secondo, ma credetemi, le madri sono multitasking.
Minnie totalizza sicuramente un punteggio altissimo per il suo abbigliamento (abito: pezzo unico Danny Kovitz; cappotto: Rachel Riley; scarpe: Baby Dior) ed è saldamente imbragata con le cinghie di cuoio Bill Amberg (molto cool: erano su “Vogue”). Però, invece di posare con il sorriso angelico della bambina della foto sul giornale, lei tira le cinghia con tutte le sue forze come un toro scalpitante in attesa di fiondarsi sull’arena.
Sono passati due anni da quando Rebecca Brandon, nata Bloomwood, ha dato alla luce la piccola Minnie, frutto del suo amore con il marito Luke.
E, come era prevedibile, l’avventura della neo mamma più shopaholica del pianeta non poteva non essere costellata di spese folli e avventure imprevedibili.
Se poi ci aggiungiamo che la piccola e dolce Minnie è tendenzialmente una piccola shopaholica anche lei e che, ad appena due anni, non sa scrivere o leggere, ma riesce a dire chiaramente parole come Starbucks, Complale e, soprattutto, VISA….capite da voi che i geni di mammà li ha presi tutti quanti!
Leggere un libro della Kinsella è come incontrare un’amica d’infanzia che non vediamo da qualche anno: ci si sente a casa.
E la sottoscritta, “Kinselliana” convinta, attendeva con ansia la nascita dell’ultima creatura di Sophie (il libro, ovviamente eh…!).
Poi, chi mi conosce lo sa, sono una che legge velocissima….e questo sesto capitolo della saga di Becky l’ho finito in 24 ore nette.
Mi sono divertita, anche un po’ arrabbiata a tratti (perchè io in parte mi riconosco in lei….ma il suo essere malata di shopping fino all’estremo non riesco a capirlo fino in fondo), commossa e poi ho riso di nuovo fino alle lacrime.
Perchè la Kinsella ha la capacità di creare delle situazioni surreali e assolutamente spassose.
Perchè i personaggi sono caratterizzati in modo talmente netto che, oramai, ogni volta che leggo una nuova avventura mi sembra di partecipare ad una riunione familiare.
Ma, soprattutto perchè, nonostante i casini nei quali si va a cacciare Becky non perde mai, ma proprio mai, quell’ottimismo e quel buonumore un po’ folle che la contraddistingue e che me l’ha fatta amare fin dalle prime pagine del primo libro.
I LOVE MINI SHOPPING
Sophie Kinsella
Mondadori, 2010, 377 pag
Anche io adoro la Kinsella e non vedo l’ora che mi arrivi il libro per divorarmelo…
Prima o poi lo leggo , intanto l’ho regalato ad un’amica 😉