La forma dell’acqua, Andrea Camilleri

“Possedevamo un pezzetto di terra e una casa alle pendici dell’Amiata, ci passavamo le vacanze. Avevo un amichetto, figlio di contadini, più piccolo di me. Io avevo una decina d’anni. Un giorno vidi che il mio amico aveva messo sull’orlo di un pozzo una ciotola, una tazza, una teiera, una scatola di latta quadrata, tutte colme d’acqua, e le osservava attentamente.
“Che fai?” gli domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda.
“Qual è la forma dell’acqua?”
“Ma l’acqua non ha forma!” dissi ridendo: “Piglia la forma che le viene data”.

La trama di La forma dell’acqua, Andrea Camilleri

Pino Catalano e Saro Montaperto, due disoccupati geometri che provvisoriamente lavorano come ‘munnizzari’, trovano il cadavere dell’ingegner Luparello in una zona malfamata di Vigata e prima di avvisare i carabinieri, chiamano l’avvocato Rizzo, suo ‘amico’. Poi arriva il commissario Montalbano, che non accetta che Luparello sia morto di morte naturale dopo un rapporto sessuale con una prostituta. Mentre fa le ispezioni del caso, salta fuori una collana preziosa. Poi c’è il secondo indizio, Ingrid, svedese e con idee molto ‘libere’, che viene incastrata per proteggere uno scandalo. Grazie all’aiuto della moglie del defunto ed alle sue lucide osservazioni, Montalbano riesce infine a ricostruire i fatti.
Anche se ognuno, poi, può scegliere di interpretarli alla sua maniera…

Le nostre recensioni di La forma dell’acqua, Andrea Camilleri

Zebuk fa un esperimento, quello della lettura comune: Angela e Polepole hanno letto in contemporanea lo stesso libro e hanno dato insieme le loro impressioni. Il titolo scelto, La forma dell’acqua, poteva dare tante, diverse, chiavi di interpretazione, come le forme dei contenitori che la contengono. Ma alla fine scopriamo che…

* Se c’è una cosa che mi piace tantissimo di Andrea Camilleri, al di là della sua abilità nello scrivere, sono i titoli che trova per i suoi romanzi: dietro ognuno di loro c’è un significato, per ogni parola c’è una giustificazione logica, per ciascun termine, a volte ci sono più significati.
Ecco, questo titolo, “La forma dell’acqua”, è quello che preferisco. Per la storia che ha saputo costruirci dietro, per la forma che anche lui, assieme a tutti i suoi personaggi, ha saputo dare all’acqua… (polepole)

* Questo è il primo libro sul Commissario che leggo e mi ha affascinato molto, un uomo molto onesto e simpatico. Camilleri utilizza un italiano con molti elementi dialettali, che mi piacciono molto, essendo di parte, mio marito è siciliano.
Il titolo del libro nasce dal colloquio tra la moglie dell’ucciso e Montalbano, in cui la signora conclude la conversazione in modo allusivo. Un giorno, gli riferisce, un amico intento ad osservare dei contenitori colmi d’acqua le chiese quale fosse la forma dell’acqua.
“Ma l’acqua non ha forma!”, disse lei ridendo: “Piglia la forma che le viene data”.

Come a dire che è l’uomo ad attribuire alle cose i significati che vuole. L’acqua assume la forma del recipiente in cui la mettiamo, e anche la verità assume la forma che ci fa più comodo. (Angela)

E voi? avete letto questo libro? E quale forma avete dato all’acqua?

La forma dell’acqua
Andrea Camilleri
Sellerio Editore (collana La memoria), 1994, 173 pagine
ISBN: 978-8838910173

Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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