“:..Mi sento così stanco : mi sa che sono in debito di sonno. Che devo riposarmi un po’. E mi sa anche che ho bisogno di parlare. Di vedere persone. Di levarmi da qui. Ho bisogno di stare solo. Sono spaventato. Non so quello che faccio. Non so quello che ho fatto nei giorni scorsi. Non so dove sono stato…”
Robin giovane laureato a Cambridge, da quattro anni sta preparando il dottorato a Coventry, città rasa al suolo dalle bombe tedesche .
Ma nessuno ha mia visto la famosa tesi di cui lui parla. Inoltre è tormentato da un amore lontano e non dichiarato.
E’ un ragazzo solo e depresso.
I personaggi che gli sono intorno non riescono a capirlo. Basterebbe un tocco di amore per farlo riprendere, ma se non si ama prima se stessi non si può’ amare gli altri.
Robin chiede a Ted suo amico perché è marito di Katherine, suo vecchio amore, le chiavi del cottage a Lake District, dove vorrebbe rifugiarsi un po’.
Quando Ted va a trovarlo rimane un po’ sconvolto di come Robin sia trascurato.
Robin non ha un lavoro e non ha amici. C’è solo la figura di Aparna un’amica di cui non si capisce bene la collocazione e un amico Hugh , un ricercatore universitario.
La sua vita è precaria.
Robin lo conosciamo tramite quattro taccuini con quattro suoi racconti che finiscono rispettivamente ad Aparna, a Ted, a Emma e a Hugh.
Ho faticato un po’ a finire questo libro , troppo frammentario anche se originale nel suo modo di parlare di depressione e malessere di vivere, due temi difficili ma molto attuali.
L’amore non guasta
Jonathan Coe
Feltrinelli, 2000, p. 186, € 13,94