“Per la maggior parte del tempo, lei stessa non sapeva bene cosa provava. Le emozioni le ombreggiavano la mente come i colori di una tavolozza; alcune erano persistenti, altre solo momentanee, ma tutte si fondevano insieme in un unico quadro.”
A diciotto anni, Milly è una ragazza molto carina che pensa solo a divertirsi e durante una vacanza-studio a Cambridge, conosce Allan un ragazzo gay che le chiede di sposarlo per poter rimanere in Inghilterra con Rupert, il ragazzo di cui è innamorato. Milly ingenuamente accetta come se fosse un gioco e con tanto di abito bianco fa la promessa nunziale.
Dopo dieci anni da quell’episodio, che lei ha rimosso, Milly sta per sposarsi con l’uomo “perfetto” e tutto sembra procedere per il verso giusto, fino a quando il passato ritorna. E che passato aggiungerei io…!
Simon è figlio di un uomo molto ricco e famoso e la mamma di Milly vuole una cerimonia sfarzosa, un matrimonio da favola per la figlia.
Nessuno sa del precedente matrimonio di Milly fino a quando si presenta in casa il fotografo scelto, che è lo stesso che l’aveva immortalata dieci anni fa … E ora Milly non sa cosa fare. Non sa se il divorzio è stato portato a termine, è insomma nei guai…
Milly è una donna molto tenera ma anche molto ma molto immatura, ma nonostante questo come tutte le protagoniste dei libri della Kinsella-Wickham mi sono molto simpatiche.
Le situazioni sono molto intrecciate, ci sono molte verità nascoste e alla fine i vari personaggi capiscono che è importante essere sinceri e non tenere nascosto nulla. Ci sono altri personaggi che hanno dei segreti, Rupert l’amico gay ce ha sposato Francesca, la sorella di Milly che è incinta e non vi svelo chi è il padre…
La trama è scorrevole in poche sere l’ho letto per la curiosità di vedere il finale che magari è un po’ scontato per alcuni versi, ma è una delle cose che amo in questa autrice, il lieto fine perché leggere i suoi libri mi fa un po’ sognare.
Una ragazza da sposare
Madeleine Wickham
Mondadori, 2012, p. 284, € 19,00
Ho iniziato a leggerlo giusto ieri sera 😉
Poi ci racconti cosa ne pensi, Simona? 🙂