“La moglie del generale Zhu De ha messo al bando il nostro ballo. Immagino che lo consideri una specie di rapporto sessuale in pubblico. Cosi’ mi sono fatta la reputazione di aver corrotto l’Esercito cinese! Ma non mi preoccupo più di tanto. Non ho ancora corrotto Mao, ma lo farò presto. Mi ha detto che desidera imparare gli ultimi passi del fox-trot, nel caso dovesse recarsi all’estero. Gli ho consigliato di lasciare la moglie qui, se mai dovesse andare.”
Agnes Smedley, figlia di un minatore del Missouri, visse i primi anni della sua vita in assoluta povertà e fece della Cina, il suo scopo nella vita, qualcosa per cui combattere, un grande ideale in cui credere e per cui lottare.
Anche se non aveva portato a termine gli studi, Agnes divenne ben presto una famosa giornalista americana dei primi del Novecento.
Nonostante le sue umili origini, conobbe personaggi della politica internazionale, quali Mao Zedong e Nehru.
Agnes fu contestata per le sue idee, per la sua trasgressione, per il coraggio con cui criticava l’estabilishment e per la sua vita amorosa tormentata da molteplici amanti, e all’epoca erano solo gli uomini ad avere relazioni extraconiugali.
Era una donna generosa, che ha rinunciato a tutto per la sua causa…
E’ un uccello solitario con una grande apertura d’ali, un uccello che non costruirà mai un nido.
Era stimata dai suoi nemici per il modo in cui parlava e dagli amici per la passione con cui si occupava di qualsiasi causa.
Negli Stati Uniti ben presto i suoi libri furono tolti dalla circolazione perché fu accusata di spionaggio.
Agnes morì sola, le sue ceneri furono portate a Pechino nel cimitero dei martiri della rivoluzione.
“La sua vita fu una battaglia senza tregua. La sua morte, un meritato riposo del guerriero.”
L’ultimo ballo nella città proibita
Bamboo Hirst
Edizione Piemme, anno 2013, p. 406, €18,50
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