Negli occhi dell’assassino è il secondo romanzo di Belinda Bauer.
L’autrice ambienta anche questa seconda opera nel paesino di Shipcott, Exmoor, nella brughiera.
Brughiera sconfinata, brulla, ammantata di neve e avvolta nelle spire della nebbia.
Brughiera che conserva i ricordi, nasconde le tracce e protegge i paesini che la punteggiano perché, in fondo, chi mai andrebbe a fare del male tra quelle quattro case?
Eppure qualcuno c’è e all’improvviso la vita di Shipcott viene stravolta da un omicidio inspiegabile.
Qualcuno ha ucciso Margaret Priddy, da tempo ormai invalida e costretta a letto.
Perché uccidere proprio lei? Non aveva nemici, né era ricca a tal punto da avere ricchezze nascoste eppure è stata uccisa nel sonno.
Ben presto le morti si moltiplicano e sia il poliziotto locale, Jonas Holly, sia la squadra omicidi, mandata dalla città e capitanata dal burbero Marvel, brancolano nel buio.
Solo uno del posto potrebbe aver architettato quegli omicidi ma chi, tra tutte le brave persone che abitano a Shipcott, potrebbe essere un freddo serial killer?
Belinda Bauer scrive bene non c’è dubbio ed è brava a non far trasparire il colpevole fino alla fine, forse perfino troppo brava, e sa dipingere i vari personaggi in modo credibile dando ampio risalto alle diverse personalità e psicologie.
Tanti punti a suo favore non vi è dubbio eppure questa seconda opera risulta molto meno incisiva di Blacklands, il romanzo d’esordio che le valse il Gold Dagger Award.
Negli occhi dell’assassino è una lettura piacevole ma poco intrigante se si esclude la parte finale del romanzo e credo che questo dipenda dalla scelta della scrittrice di lasciare molte cose non dette; il lettore deve intuire molto perché poco gli viene svelato.
Tutto sommato il romanzo non è male ma manca di spessore, peccato perché dopo Blacklands ci aspettavamo qualcosa di più.
Negli occhi dell’assassino: Il primo caso di Jonas Holly
Belinda Bauer
Marsilio, 2014, p. 396, €. 18,50
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