Dopo tre anni di carcere aveva imparato a passare il tempo coi mezzi più semplici, solo che per i primi dieci minuti fumò una sigaretta senza pensare ad alcun gioco, ma quando buttò il mozzicone sulla ghiaietta del viale pensò che il numero dei sassolini dei viali e vialetti nel giardino, era un numero finito.
La recensione di Venere privata di Giorgio Scerbanenco
Venere privata è un romanzo del 1966 ed è il primo in cui compare il personaggio di Duca Lamberti.
La trama non risente minimamente del passare del tempo e mostra un’attualità sconcertante.
Duca Lamberti è appena uscito di prigione dopo tre anni.
Omicidio la sua colpa.
Ha infatti concesso l’eutanasia ad una anziana paziente.
Lamberti è un medico, ormai radiato dall’ordine.
L’unica proposta di lavoro che gli viene offerta al rientro nel mondo è quantomeno bizzarra: salvare un giovane alcolizzato e farlo rinsavire.
Il giovane in questione è figlio di un ricco industriale che le ha provate tutte per capire i motivi dell’alcolismo del figlio.
Le botte e le minacce non hanno sortito effetto però.
Tocca ora a Lamberti capire e aiutare.
All’uomo basteranno poche ore per sapere cosa si nasconde dietro il bisogno di bere del giovane.
Dietro il whisky ingollato senza sosta c’è una donna, uccisasi l’anno prima.
Alberta era il suo nome.
Lamberti intuisce che dietro l’apparente suicido della ragazza si nasconde qualcosa di poco chiaro, qualcosa che potrebbe avere a che fare con un giro di prostituzione internazionale.
La mia opinione su Venere privata di Giorgio Scerbanenco
Scerbanenco crea un giallo che tende al noir con un protagonista chiuso nel suo dolore, la colpa di aver scontato tre anni di prigione, che si reinventa detective e smaschera un traffico internazionale di donne.
Non ci sono assassini pazzi nei libri di Scerbanenco né fiumi di sangue; le indagini sono serrate ma hanno un sapore casalingo che mette il lettore a proprio agio.
Io adoro Scerbanenco.
Lo leggo e il mondo sorride perché la sua scrittura avvince il lettore, le sue storie non annoiano mai e i personaggi, con tutti i loro dolori e difetti, sono umani e fragili.
Nel 1970 dal romanzo fu tratto il film Il caso Venere privata con Raffaella Carrà e Bruno Cremer per la regia di Yves Boisset.
Venere privata
Giorgio Scerbanenco
Garzanti, 2014, p. 246, €. 6,68
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Non ho letto questo romanzo di Scerbanenco, però ne ho letti altri suoi incentrati su Duca Lamberti. A me colpisce sempre l’assoluto distacco con il quale parla di violenza, devianza, crudeltà. Stesso distacco che permea Lamberti, un personaggio al confine fra il donchisciottismo e la depressione, un bipolare si direbbe. Credo che in Lamberti ci fosse tanto dell’autore in termini psicologici, la disillusione verso un mondo popolato dalla normalità del male