Caro Babbo Natale,
ma tu non ce l’hai un numero di cellulare?
Scusa se te lo chiedo così di brutto ma mi pare strano che un tipo tosto come te non si sia ancora collegato a qualche linea telefonica, o non si sia fatto regalare un telefonino con video-renna incorporata.
Chi di noi non ha mai scritto una letterina a Babbo Natale? Quelle di Fabrizio e Hayet sono letterine un po’ diverse dalle solite, anche perché trovare argomenti per scriverne una al giorno per 24 giorni non deve essere una cosa così semplice, non credete?
La recensione di Il numero di telefono di Babbo Natale, Emanuela Da Ros
Può darsi che troverai simpatici i messaggi di Angelo Sommavilla o di Natascia (che è la mia fidanzata di questi giorni) o di Antonio (detto Magno-Tutto per via delle abitudini alimentari), ma voglio vederti a decifrare i messaggi di Pierangelo Frilli, che sbaglia sempre a mettere le virgole e i punti, o le lettere di Hayat Maghour, che è appena arrivata dal Marocco e conosce pochissimo l’italiano.
“A Natale ci sono le attese, le feste in famiglia, i regali, ma ahimé ci sono anche le maestre e i compiti: infatti Fabrizio e Hayat devono scrivere una lettera a Babbo Natale ogni giorno. Ma i compiti possono aiutare a tirare fuori i sogni dall’armadio, a innamorarsi e anche a immaginare Babbo Natale in costume da bagno… Una lettera al giorno per ridere ogni giorno. Ma non solo.”
Il mio parere su Il numero di telefono di Babbo Natale, Emanuela Da Ros
La prima volta che ho messo piede a scuola, mi sono spaventata. Tutti parlavano una lingua che non capivo e ho pensato: gli extraterrestri sono loro o sono io? Mi sembrava di essere capitata in un mondo stranissimo. E credevo che non ce l’avrei mai fatta a comunicare con gli altri. Per qualche giorno, sono stata davvero disperata. Poi ho detto a me stessa: nessuno può pretendere che io capisca tutto quello che si dice. E comunque, se parlassi in arabo, nessuno a scuola capirebbe me.
Divertenti queste letterine, mi hanno fatto pensare che da troppo tempo non ne scrivo una anche io. Avrei un sacco di domande da fare a Babbo Natale, non tanto di desideri da far esaudire (beh, qualcuno sì, in effetti, ma forse sarei capace di trattenermi!) quanto di curiosità e di dubbi sul suo gran daffare in questo periodo.
E soprattutto avrei bisogno che confermasse una mia certezza: che ancora crediamo in lui, che ancora in tantissimi crediamo nella magìa del Natale.
Già, perché dopo aver letto questo libro e guardato con occhi sognanti per la milionesima volta Miracolo nella 34ª strada, ho avuto una gran voglia di tornare bambina ancora e ancora, di far volare la fantasia insieme alla slitta di Babbo Natale e le sue renne, di credere che davvero Babbo Natale riesca a leggere in poco tempo TUTTE le letterine che gli arrivano, da TUTTO il mondo, da TANTI e tanti bambini. Di credere che gli si possano raccontare non solo i nostri desideri ma anche i nostri sogni e le nostre ferme convinzioni, e che sia come un amico, che sa ascoltare e parlare solo al momento giusto, coi fatti anziché con le parole.
Le letterine di Fabrizio e di Hayat raccontano tutto questo. Raccontano i dubbi e le paure, l’ansia e l’entusiasmo dei ragazzini in crescita, alle prese con amori e problemi, con doveri e piaceri. Raccontano la vita di oggi, tra nuove tecnologie e rapporti non sempre facilissimi con chi viene da altri paesi. Raccontano una magìa che può avvenire sempre, non solo a Natale: una magìa che sta soprattutto in noi, nella nostra volontà, nel nostro cuore.
Perché il Natale è magìa, che vi si creda o no, a qualsiasi latitudine.
Il numero di telefono di Babbo Natale
Emanuela Da Ros
(illustrazioni di Federico Appel)
Parapiglia edizioni, 2019, pag. 112, € 12,00
ISBN: 978-8899853129