La vita gioca con me, David Grossman

Rafael aveva quindici anni quando sua madre morì e lo liberò dalle sue sofferenze.

La recensione di La vita gioca con me di David Grossman

Vera compie novant’ anni e tutto il kibbutz si mobilita per festeggiarla.
I parenti ci sono tutti: Rafi, il figlio del suo secondo marito che lei sente come se fosse suo, sua nipote Ghili, e Nina, la figlia che Vera ha avuto dal suo primo marito.

Nina lavora su un’isola vicino al Circolo Polare Artico e ha rapporti complicati con la sua famiglia; ha scoperto di essere malata di Alzheimer e per questo è tornata in Israele con una proposta assurda.

La donna vuole che Rafi, Ghili e Vera vadano insieme a lei in Iugoslavia, patria di Vera, per visitare l’isola di Goli Otok dove Vera è stata deportata e dove, per due anni e dieci mesi, è stata rieducata dal regime di Tito.

Sarà un viaggio importante, dove la famiglia scaverà a fondo dentro il proprio nucleo uscendone rinnovata e pacificata.

La mia opinione su La vita gioca con me di David Grossman

“Tuvia era mio nonno. Vera è mia nonna. Rafael, Rafi, mio padre, e Nina… Nina non c’è. Nina non è qui. È sempre stato questo il suo contributo particolare alla famiglia”

La vita gioca con me, edito da Mondadori, è l’ultimo romanzo di David Grossman.
Lo scrittore si ispira, per il personaggio di Vera, a Eva Panić Nahir e alla sua deportazione a Goli Otok.

Purtroppo dei gulag di Tito e di ciò che accadde nei Balcani si sa poco ed è grazie alla testimonianze di donne come Eva che il pubblico ne è venuto a conoscenza.

Grossman in questo suo ultimo romanzo racconta la storia di una donna straordinaria, fatta di pietra e ferro, capace di scelte coraggiose; Vera non è un personaggio facile, credetemi, ma è impossibile non volerle bene.
È una donna che ha amato follemente e senza mai un ripensamento il primo marito, Miloš, e per questo amore ha fatto rinunce enormi che hanno segnato la sua vita e quella della figlia.

Nina, Vera, Ghili e lo stesso Rafi desiderano ma allo stesso tempo temono la verità, perché ciò che Vera non ha mai avuto il coraggio di rivelare a sua figlia Nina fa male, anche a distanza di più di cinquant’anni.
Vera nel passato ha compiuto una scelta, l’unica possibile dal suo punto di vista, ma ogni scelta implica una rinuncia e non è detto che chi sia stato lasciato indietro possa accettare e capire le motivazione dell’altro.

Lo stile del romanzo è un continuo dialogare e il lettore viene catturato da questa storia impetuosa che si legge velocemente a dispetto delle quasi 500 pagine.

La vita gioca con me è davvero un romanzo bello, di quelli che si ricordano nel tempo.
Una storia dove la vita si mostra in tutte le sue sfaccettature: le fughe, gli amori, il coraggio, la forza.
E dove ogni fine porta sempre ad un nuovo inizio.
Buona lettura.

La vita gioca con me
David Grossman
Mondadori, 2019, p. 293, €. 21,00

Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

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