Mio zio, il colonnello Egòr Il’ìč Rostanev, quando si ritirò dal servizio, si trasferì nel villaggio di Stepančikovo, che aveva appena ricevuto in eredità, e vi si sistemò così bene che somigliava a un proprietario che avesse passato tutta la vita nelle sue terre e non se ne fosse mai allontanato.
La recensione di Il villaggio di Stepànčikovo e i suoi abitanti di Fedor Dostoevskij
Il colonnello Rostanev eredita il villaggio di Stepànčikovo e vi si trasferisce con la famiglia. Presto viene raggiunto dalla madre, detta la Generalessa, rimasta vedova per la seconda volta. La Generalessa al suo seguito ha numerose amicizie di cui si circonda e che vivono nella casa di Rostanev tra cui Fomà Fomìč, uomo che la Generalessa tiene molto da conto e che riscuote grande considerazione da tutti.
Rostanev è un uomo buono ma anche sciocco, un pusillanime fatto e finito, incapace di decidere in casa propria tanto che invece di imporsi sulle decisioni di sua madre e di Fomà Fomìč scrive al nipote, narratore di tutta la vicenda, chiedendogli di raggiungerlo immediatamente a Stepànčikovo.
La mia opinione su Il villaggio di Stepànčikovo e i suoi abitanti di Fedor Dostoevskij
Dostoevskij è uno scrittore che può incutere timore ma dal momento che a gennaio su Zebuk ci dedichiamo agli scrittori Russi ho pensato di leggere qualcosa di questo autore diverso dai soliti titoli.
Il villaggio di Stepànčikovo e i suoi abitanti è stata una scelta perfetta. Il romanzo è godibilissimo, divertente e capace di stupire il lettore in più di un’occasione.
La trama è molto semplice e tutto si svolge nell’arco di pochissimi giorni, quasi una situazione teatrale con tutti i personaggi che si muovono all’interno della casa di Rostanev.
I due perni intorno a cui ruota la vicenda sono appunto Rostanev e Fomà Fomìč.
Se Rostanev appare fin da subito indifendibile perché troppo sottomesso e incapace di decidere in casa propria è Fomà Fomič che affascina il lettore.
Come scrive Erri De Luca nell’Introduzione, Dostoevskji non rende Fomà una macchietta. Fomà Fomìč è un uomo dittatoriale, presuntuoso, un piccolo despota, un attore brillante che non smette mai di stare in scena, irritante quanto affascinante e capace di risorgere dalle proprie ceneri. Se il lettore resta spesso attonito di fronte alla sua incrollabile pretesa di essere sempre nel giusto non di meno riconosce la sua grande arte oratoria e arguzia.
Alla fine di una vicenda a tratti paradossale nel suo scontro tra ricchi e privi di mezzi, matrimoni imposti e amori nascosti, bontà e furbizia, il personaggio che Dostoevskij regala all’immortalità è Fomà Fomìč: detestabile, odioso ma assolutamente impareggiabile.
Buona lettura.
Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti
Fedor Dostoevskij
Castelvecchi, 2021, p. 256, €. 17,50