The Giver – Il donatore, Lois Lowry

Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare …sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando.

La recensione di The Giver – Il donatore, Lois Lowry

Si può vivere in un mondo perfetto?

Jonas è convinto di si. Almeno all’inizio….fino a che il Donatore non gli inizia a trasmettere i suoi ricordi durante l’addestramento da Accoglitore di Ricordi.
E’ solo quando inizia a ricevere ricordi che gli fanno provare dolore, paura, amore che inizia a chiedersi perchè nella sua Comunità è tutto così uniformato, asettico.
Dove vive Jonas non ci sono colori, stagioni, freddo, caldo, malattie, dolore.
Ma nemmeno amore.

Agli abitanti della Comunità non è permesso scegliere.
E’ il Comitato a scegliere per loro…per evitare che qualcuno possa operare una scelta sbagliata e soffrirne.
Quando si rende conto di quanto realmente sia brutale il metodo di scelta del Comitato Jonas si ribella…e sceglie di vivere.

“Papà… Mamma…” si azzardò a chiedere dopo il pasto serale “vorrei domandarvi una cosa”.
“Che cosa, Jonas?” chiese Papà.
Jonas si costrinse a pronunciare le parole, pur sentendosi avvampare d’imbarazzo: le aveva provate e riprovate mentalmente tornando dall’Annesso.
“Voi mi amate?”
Seguì un momento di silenzio impacciato, poi a Papà sfuggì una risata. “Jonas. Proprio tu! Precisione di linguaggio, per piacere!”
“Che vuoi dire?” chiese Jonas. Tutto si era aspettato, fuorchè una reazione divertita.
“Papà vuol dire che hai usato un termine troppo generico, così privo di significato da essere caduto in disuso” gli spiegò Mamma.
Jonas li fissò allibito.
Privo di significato?
Non aveva mai provato qualcosa che avesse più significato di quella memoria.
“E naturalmente la nostra Comunità non può funzionare correttamente, se non si usa un linguaggio preciso. Perciò puoi chiedere “provate piacere a stare con me?” e la risposta è sì” proseguì sua Mamma.
“O” suggerì Papà “”siete fieri dei miei risultati?” e di nuovo la risposta è sì”.
“Capisci perchè non è appropriato usare il termine “amore”?” chiese Mamma.
Jonas annuì. “Sì, grazie, lo capisco” rispose lentamente.
Quella fu la prima volta che mentì ai genitori.

The Giver in America

Questo romanzo è uscito in America nel 1993 e, da allora, ha venduto più di 6 milioni di copie.
Nonostante l’enorme succeso riscontrato è stato censurato dalle scuole americane per i riferimenti troppo espliciti alla sessualità e all’omicidio infantile.
E’ un romanzo inquietante, ma bellissimo, e scritto in modo molto poetico.
E’ il primo di una trilogia (gli altri due libri saranno pubblicati in Italia a breve sempre dalla Giunti).
Il prossimo anno dovrebbe uscire un film tratto da The Giver, con Dustin Hoffman nei panni del Donatore.

Età di lettura consigliata: dai 14 anni.

THE GIVER – IL DONATORE
Lois Lowry
Giunti Editore, 2010, 256 pag.

40enne, mamma di una ex Vitellina, moglie di un cuoco provetto. Le mie passioni: lettura e scrittura. E ZeBuk. Fresca Expat in quel di Londra, vago come un bambino in un negozio di giocattoli nei mercatini di libri usati. Forse è questo il Paradiso!

5 COMMENTS

  1. Un libro che leggi in una notte perchè non puoi smettere di farlo: ti prende troppo e…..ti lascia sospeso.

  2. a me è sembrato anticomunista scritto da un’ americana anche se l’hanno censurato per anni per altri motivi…mi spiego: la comunità è basata su un’idea puramente comunista. es. a 9 anni tutti hanno la bicicletta, il senso di interdipendenza tra i bambini, tutti hanno cose uguali, non esistono differenze, è un mondo senza colori…ma per il protagonista non và bene, tutti dovrebbero essere liberi di scegliere…io lo vedo da questo punto di vista, ma se ci si riflette bene alla fine ci sentiamo appagati perchècrediamo di avere una nostra libertà di scegliere, ma secondo me non è così.

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