Osservo un mondo cinico, ma non credo di parteciparvi. Nel quotidiano ne sono completamente slegata. Definirei il mio stile “paranoico” perché quando mi volgo al mio lato lirico, quello autentico in cui credo, avverto uno stridore che prelude a suggerimenti crudeli che non mi appartengono, ma sono sempre in agguato. (da un’intervista a l’Unità, 24 febbraio 2007)
Non è facile parlare della nostra autrice di Maggio.
Perchè è, senza ombra di dubbio, una personalità molto particolare.
E questo suo essere al di fuori degli schemi si riflette inevitabilmente anche sui suoi romanzi.
Proviamoci lo stesso.
Amélie Nothomb nasce a Kobe, in Giappone il 13 agosto del 1967.
Suo padre è un diplomatico appartenente ad una delle più importanti e nobili famiglie del Belgio.
Durante la sua infanzia nel paese del Sol Levante Amélie, al contrario di suo fratello e di sua sorella, iscritti alla Scuola Americana, frequenterà la Scuola Nipponica, in quanto perfettamente bilingue.
Il suo amore per il Giappone e per la lingua giapponese ricorrerà spesso nei suoi libri:
“…lasciare il Giappone fu per me uno sradicamento…” (da Stupore e Tremori)
“Io parlo il franponese” (da Biografia della Fame)
Ma, si sa, la vita del Diplomatico ti porta in giro per il mondo.
E, così, qualche anno dopo i Nothomb si trasferirono in Cina, a Pechino. E, successivamente negli Stati Uniti, a New York.
In entrambi i paesi la Nothomb frequenterà scuole francesi. E, a New York, si appassiona alla danza.
Il padre viene, quindi trasferito in Bangladesh quando Amélie è un’adolescente. Gli anni in quello che lei definì Il paese più povero del mondo, furono durissimi per lei.
Studiò per corrispondenza e iniziò la sua passione per i libri.
Il suo appetito per la lettura vide il contraltare nell’interrompere l’altro tipo di nutrimento. Iniziò a rifiutare il cibo e si ammalò di anoressia, dalla quale guarì ma che la segnò profondamente.
La famiglia tornò a Bruxelles quando Amélie aveva 17 anni.
Una volta laureata, però, proprio perchè il suo essere così nomade la faceva sentire in Belgio come una straniera, decise di tornare in Giappone, a Tokyo, per perfezionare lo studio della lingua tanto amata.
Lavorò per un anno in una grande multinazionale giapponese.
Fu un’esperienza molto dura e al limite della fantascienza. Esperienza che lei tratteggiò nel suo romanzo Stupore e tremori, premiato con il Premio Goncourt.
Tornata in Belgio scrisse il suo primo romanzo, Igiene dell’assassino, pubblicato nel 1991.
Da quel momento in poi, il mondo ha iniziato a conoscere la folle penna di Amélie Nothomb.
Bibliografia
ROMANZI
- Igiene dell’assassino (Hygiène de l’assassin, 1992)
- Sabotaggio d’amore (Le Sabotage amoureux, 1993)
- Le catilinarie (Les Catilinaires, 1995) (Voland, 2001,Guanda, 2002)
- Ritorno a Pompei (Péplum, 1996) (Voland, 1999)
- Attentato (Attentat, 1997) (Voland, 1999)
- Mercurio (Mercure, 1998) (Voland, 2000)
- Stupore e tremori (Stupeur et tremblements, 1999) (Voland, 2001, Guanda, 2006)
- Metafisica dei tubi (Métaphysique des tubes, 2000) (Voland, 2002,Guanda, 2004)
- Cosmetica del nemico (Cosmétique de l’ennemi, 2001) (Voland, 2003)
- Dizionario dei nomi propri (Robert des noms propres, 2002) (Voland, 2004)
- Antichrista (Antéchrista, 2003) (Voland, 2004)
- Biografia della fame (Biographie de la faim, 2004) (Voland, 2005)
- Acido solforico (Acide sulfurique, 2005) (Voland, 2006, Guanda, 2008)
- Diario di Rondine (Journal d’Hirondelle, 2006) (Voland, 2006)
- Né di Eva né di Adamo (Ni d’Ève ni d’Adam, 2007) (Voland, 2008)
- Causa di forza maggiore (Le Fait du prince, 2008) (Voland, 2009)
- Il viaggio d’inverno (Le Voyage d’Hiver, 2009) (Voland, 2010)
- Una forma di vita (Une Forme de vie, 2010) (Voland, 2011)
RACCONTI E NOVELLE
- Électre, 1996
- Le Mystère par excellence, 1999
- Splendente come una padella (con Kikie Crevecoeur) (Brillant comme une casserole, 1999) (Einaudi, 2007)
- Leggenda forse un po’ cinese (Légende peut-être un peu chinoise, 1993)
- L’olandese ferroviario (Le Hollandais ferroviaire, ?)
- Di qualità migliore (De meilleure qualité, ?)
- L’esistenza di Dio (L’Existence de Dieu, 1996)
- Aspirine, 2001
- L’entrata di Cristo a Bruxelles (L’Entrée du Christ à Bruxelles, 2004)
- Senza nome (Sans nom, 2001)
- Les Champignons de Paris, 2007
TEATRO
- Libri da ardere (Les Combustibles, 1994)
Le manie di Amélie
Una personalità così originale come quella della Nothomb non è esente da piccole manie.
Ve ne elenco qualcuna:
- Amélie Nothomb veste esclusivamente di nero con qualche piccola concessione per il colore rosso.
- Ama i cappelli dalle forme strambe.
- Non ama molto la tecnologia e i suoi libri li scrive rigorosamente a mano su quaderni che si porta sempre dietro.
- Scrive regolarmente ogni giorno per 4 ore, il mattino. Ogni anno, in questo modo, produce un gran numero di libri, tra i quali sceglie quell’unico che si è imposta di pubblicare.