Incantata da Amélie di Sabrina Ancarola

Zebuk si pregia di collaboratori e inviati bravissimi e entusiasti. Appena saputo che Amèlie Nothomb avrebbe presentato il suo ultimo libro a Firenze, ho chiesto subito (e con grandiosa sfacciataggine) l’aiuto di Sabrina Ancarola. Vi racconto in due righe cosa fa la nostra inviata speciale, i progetti che segue e la sua produzione, anche se non servirebbe un articolo dedicato per approfondire.

Sabrina Ancarola nasce e vive in Toscana. Sin da piccola coltiva molti interessi tra cui il canto che continua ancora oggi. Ha un incredibile numero di persone che le vogliono bene e che la sostengono sia nelle sue mestizie che nelle sue folli o banali imprese e questo fa si che si senta una donna estremamente ricca (anche se le mancano ancora più di 22 anni all’estinzione del mutuo sulla casa). Idealista e sognatrice cerca di condire con sano cinismo, leggerezza e magia i fenomeni che la riguardano. Si nutre di saudade all’occorrenza e non rinuncia ai suoi obbiettivi. E’ tra le promotrici del Blogging Day per la liberazione di Rossella Urru e per il più recente #SiriaICare per sensibilizzare sui tragici fatti che accadono in Siria. Scrive i Miniracconti Cinici, collabora con diversi blog e con articolo21.org, e come se non bastasse è autrice teatrale con la compagnia Acquainbocca. Non sono certa che sia finito qui, nel caso me ne scuso in anticipo.

Avevamo dedicato un intero mese a questa scrittrice che amiamo (se vi va date un’occhiata qui). Vi lascio all’emozione del racconto di Sabrina e alle bellissime foto esclusive che Sal ha fatto per noi: l’autografo personalizzato è per tutti i lettori di Zebuk

autografo nothombSu gentile invito della mia amica  Lucia Busca, vengo inviata in missione per  ZeBuk alla Feltrinelli di Firenze dove Amélie Nothomb presentava il suo ultimo libro Barbablù , frutto di una sua personalissima rivisitazione della celebre favola di Charles Perrault. Premetto che essendo io una persona spesso avversa alle mode non avevo mai letto alcun libro della Nothomb, seppur conoscevo di fama questa scrittrice dall’aria bizzarra che non usa il computer e che scrive unicamente con la penna sui  quaderni dalle 4 alle 8 del mattino. Negli ultimi due giorni, data la missione affidatami, mi sono messa alla ricerca di quanto più materiale potessi trovare su questa autrice e già leggendo la sua biografia ho intuito che avesse una personalità colta e anticonformista. Non voglio tediarvi riguardo la sua vita e le sue opere, in rete potete sbizzarrirvi alla ricerca di curiosità che la riguardano spesso infarcite da strampalate leggende metropolitane. Amélie Nothomb mi è apparsa come una donna dotata di una grazia rara, sorridente e luminosa, elegante nel portamento e nei gesti. Pur scrivendo di temi forti, da l’impressione di essere completamente serena e riappacificata con sé stessa. Ne sono rimasta incantata,  non vedo l’ora d’immergermi nel suo mondo e come emissaria per ZeBuk mi fa particolarmente piacere aver trascritto direttamente dai miei appunti, anche questi scritti a mano, l’intervista che Fulvio Paloscia ha realizzato giovedì a Firenze.

 

F. P.  “Perché ha scelto di rivisitare una fiaba piuttosto cruenta come Barbablù in questo suo ultimo libro?”

A.N. Trovo che riscrivere una favola sia piuttosto confortevole, si sa come finisce e poi tutti quanti siamo cresciuti con le favole.

 

F. P.  “Questo libro è scritto in forma di dialogo, cercava una dimensione teatrale per descrivere questo racconto?”

A.N. Il dialogo è una forma naturale. Io penso avendo in mente un dialogo, come se ci fossero due persone e attraverso questo descrivo i protagonisti e i luoghi.

 

F.P. “ In Barbablù è presente il tema ‘Amore e Inimicizia’, si ha quasi la sensazione che lei voglia indagare su questo limite”

A.N. Si, i miei libri sono cartografie dove analizzo le frontiere umane.

 

F.P. “Le è particolarmente caro il tema della morte lei afferma che non esiste verginità paragonabile a quella di uccidere”

A.N. L’amore è una astuzia, ma quando questo finisce comincia l’uccisione. Infatti quando voglio uccidere qualcuno scrivo un libro.

 

F.P.  “Barbablù è un mostro, un serial killer, ma lei lo ha reso affascinante”
A.N. Barbablù corrisponde all’identità di un serial killer, ma non completamente. In genere, a parte Hannibal Lecter, i serial killer non sono affascinanti.

 

F.P. “Protagonista del suo libro è una ragazza Saturnine, è un nome inconsueto. Lei sceglie i nomi prima per identificarne il carattere?”

A.N. Non scelgo mai i nomi a caso. Saturnine significa: piombo che si trasforma in oro. Io prendo il mio oro bevendo champagne.

 

F.P. “Altro tema rilevante è la religione”

A.N. Io provengo dalla famiglia più cattolica di tutto il Belgio, una famiglia particolarmente legata a tradizioni antiquate che più volte mi hanno innervosito. Rimango però affascinata dall’estetica del cattolicesimo, da certe credenze bizzarre.

 

F.P.  “Anche dal tema delle ‘indulgenze’ ”

A.N. Sono ammaliata da questo traffico di indulgenze, mi sembra pazzesco, in Spagna le hanno trasformate in un business. Barbablù è un membro spagnolo della mia famiglia.

 

F.P. “Un celebre fotografo l’ha ritratta mentre pregava”

A.N. Forse sto diventando una santa. Per fare questa foto sono rimasta immobile per 12 ore,  solo per il trucco ce ne sono volute 4 e forse è per questo che sono diventata santa. Avevo le mani dipinte di rosso per simulare il sangue, appena finito  il set volevo prendere un taxi ma non ce n’era uno per cui ho preso la metro. Alcune turiste olandesi mi hanno visto in quello stato, con le mani insanguinate, chissà a cosa avranno pensato.

F.P.  “Barbablù conserva le foto, cosa pensa della fotografia?”

A.N.  Nel racconto di  Perrault ci sono troppi cadaveri, io volevo rendere la mia versione più seducente per questo ho insistito sulle foto. Le foto sono come la morte e cos’è la morte senza foto?

 

F.P.  “Colore e amore, in giapponese si usa la stessa parola per  questi due termini”

A.N. Il giapponese è una lingua meravigliosa. In quanto ai colori è proprio per esaltarli che mi vesto di nero. In casa mia tutto è nero, dagli asciugamenti ai lenzuoli per cui quando qualcosa di colorato, come un mazzo di fiori, entra in casa spicca su tutto. E poi per me il nero è anche una questione di praticità, per esempio quando devo fare la lavatrice.

 

F.P. “Pensa mai in giapponese?”

A.N. Ormai il mio giapponese non è più molto buono, ma ci sono pensieri e sentimenti che vivo solo  in questa lingua.

 

F.P. “Tornando al libro è persistente la tematica del corpo, della seduzione”

A.N. Considero Barbablù un trattato di seduzione dedicato agli uomini. Barbablù sa cucinare, sa cucire, io non ho mai trovato nessun uomo che sappia cucire.

 

F.P. “ ‘Il Giornale’ ha paragonato Barbablù a Berlusconi”

A.N. Secondo me Berlusconi non sa cucire

 

F.P.  “Possiamo considerare Barbablù come metafora di un potere un po’ vecchio?”

A.N. Si certo ‘ancien règime’.

 

F.P. “Amélie Nothomb i suoi libri spesso hanno momenti estremamente divertenti, cos’è per lei l’ironia?”

A.N.  L’ironia nasce fra la distanza che crea una certa neutralità, essere ironici mantiene questo distacco. Non è una forzatura per me far ridere, non lo faccio apposta.

 

:: Testo: Sabrina Ancarola – Photo credits: Sasmi Photography

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Sono quella che legge due libri contemporaneamente, quella che ha l'e-reader, io piango quando la scrittura è bella, divento il protagonista del libro. Curiosa, tento di infilarmi in tutti i generi, scegliendo tra i grandi classici e osando nuovi autori. L'unica certezza che ho: non mi basterà questa vita per finire la mia lista dei desideri. "Io penso, disse Anna sfilandosi un guanto, che se ci sono tanti ingegni quante teste, ci sono tanti generi d'amore quanti cuori" (Anna Karenina)

6 COMMENTS

  1. Io non avevo voluto leggere il pezzo prima della pubblicazione perchè volevo “gustarmelo” con tutta l’emozione del caso.
    Grazie grazie grazie! 🙂
    Non riesco a smettere di rileggerlo!

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