“Il delitto perfetto non si vede, ma si sente. Si sente nelle viscere, nelle calamità dei giorni, nella scomparsa improvvisa di amici e parenti, che si comportano esattamente come quando ero in manicomio: non si facevano vedere, per vergogna, per umiltà o perché non gliene importava niente della tua morte. In manicomio si moriva; per esempio non c’era niente in manicomio che facesse pensare a una casa, era tutto straordinariamente essenziale, inutile e propagandava l’ospedale.
Un’insolita versione di Alda Merini, che con questo libro si è accostata al noir: il suo racconto è quello che ruota attorno al ritrovamento assai macabro di una tibia in giardino. Un “osso integerrimo di un uomo integerrimo. Ma chi lo è davvero?”: la tibia è solo un pretesto per indagare sul Male, per fare intense riflessioni sulla cattiveria delle persone e sulle varie capacità di fare del male che può avere la gente.
Dolori quotidiani, soprusi, violenze, il tutto immerso nella vita di tutti i giorni tra le nebbie dei Navigli…
Se vi appassionano i libri noir, questo è sicuramente da leggere, per averne una diversa interpretazione, quella di una poetessa con la voglia di capire il motivo di un delitto. Una lettura non proprio sul mio genere (che solo a pensare di trovarmi in cantina con l’inquilino pazzoide del piano di sopra, mi viene un’ansia…) ma con tutta la capacità di tenerti incollata alle pagine, a cercare di capire, di interpretare, di sondare i pensieri dei protagonisti.
Un’altra Alda Merini, che ancora non ho scoperto abbastanza!
Buona lettura, o voi audaci! 🙂
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La nera novella
Alda Merini
Rizzoli (collana 24/7), 2007, 95 pagg., € 9.50
ISBN: 8817014036 9788817014038
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