Tornare a casa, Javier Cercas

“[…] Sono andato via trentaquattro anni fa, ma forse non me ne sono mai andato del tutto. Forse non sarei mai dovuto andare via. Forse è che non ho saputo o non ho potuto andarmene o – perché mentire – forse non l’ho voluto. L’unica cosa certa è che immagino spesso di tornare. Allora vedo una grande foto raggrinzita su cui si accumula la polvere, nel solaio della casa che i miei conservano laggiù, la foto di un giovane con la candida uniforme dei Tiradores de Ifni, e vedo don Higino Arolas che cammina da solo contro il sibilo del vento che soffia agli angoli delle stradine, simile a un fantasma, e vedo l’emporio di tìo Flores e la falegnameria di tìo Quincelibras e mi vedo nel bar di Juan mentre mio padre mi guarda emozionato perché mi sono finalmente staccato dal palo e sto per ballare al ritmo di una canzone de Los Tres Sudamericanos che inevitabilmente mi ricorda che gli estremi estremegni che trentaquattro anni fa hanno fatto i bagagli e hanno vissuto nell’impossibile illusione di tornare perché partendo hanno lasciato lì la loro vita e il loro amore e ci hanno lasciato il cuore […]”

“Tornare a casa” è una raccolta di racconti tratti da “La verità di Agamennone” (in uscita a maggio 2012 per la casa editrice Guanda) di Javier Cercas.
E’ stato il titolo di questo piccolo libro ad aver destato la mia curiosità e trovarlo abbandonato tra mucchi di riviste e giornali che la gente sfoglia pensando ad altro, mentre attende il suo turno in un anonimo e triste ufficio, mi ha convinto che avrei dovuto leggerlo. Sembrava proprio il libro stesso a chiederlo: “Tornare a casa, tornare da qualcuno che mi consideri per quello che sono, trovare una nuova casa, perché no…”

E allora l’ho rapito, considerandolo come un atto estremo di bookcrossing… 🙂

Lui, poi, ha rapito me.

I racconti di Javier parlano della sua terra, l’Estremadura, dalla quale lui è partito molto giovane, ma anche di terre diverse, come il Messico e Tijuana, terra di frontiera cruda e dura, confine ideale e reale tra il mondo ricco e quello povero, “un buon posto per vivere e un buon posto per morire”: la descrizione di questa spiaggia atroce – divisa in due da un muro di metallo, che si estende in mare per qualche centinaio di metri, a separare gli Stati Uniti dall’America Latina – è terribile e nello stesso tempo bellissima.

E bellissime sono anche le tante citazioni che questo libro mi ha regalato: parole che tagliano in due come lame, spesso, parole che ti sciolgono di tenerezza, parole che ti aprono il cuore alle verità degli altri. Perché è vero che esistono la verità dei fatti e la loro interpretazione, la verità storica e quella letteraria. Perché i punti di vista sono moltissimi e ognuno deve essere capace di portare avanti il proprio. Perché trovare la propria verità è, in qualche modo, un “tornare a casa”:

“[…] Allora le prostitute e gli assassini e i narcos di Las Adelitas mi danno il benvenuto in paradiso con un coro di urla, e mentre mi sento di colpo l’uomo più onorato della terra, cosciente di essere finalmente arrivato nel posto dove avrei sempre voluto stare, perché lo avevo sempre cercato senza sapere che lo stavo cercando, penso che Tijuana è una spiaggia infinitamente triste, come una ferita per la quale tutta l’America Latina sanguina, ed è uno specchio in cui nessuno osa guardarsi, perché è uno specchio mostruoso, un intollerabile specchio insanguinato al quale non siamo uniti […] dall’amore, bensì dallo spavento, e sarà per questo che l’amiamo tanto […]”

Tornare a casa
Javier Cercas
Il Sole 24 ORE (edizione speciale “Racconti d’autore”), 2011, pag. 77
senza ISBN

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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