C’era una volta un gatto.
Era un tipo assai curioso: amava sbirciare nella grande libreria del soggiorno.
Passava il suo tempo a saltellare da un libro all’altro, attratto da tutte quelle copertine variopinte.
Era un gatto amante della lettura.
E presto arrivò il giorno in cui il suo muso simpatico e birbante finì per diventare la mascotte di uno strano luogo: un blog.
Pieno di libri.
Abitato da un gruppo di simpatiche tipe con la passione per la lettura e con un baule pieno di sogni pronti ad uscire fuori.
Il gattino era molto contento di poter passare il suo tempo in loro compagnia.
Perché, in realtà, lui si era sempre limitato ad ammirare le copertine.
Ma non sapeva quali meraviglie poteva rivelare la lettura di uno di quei romanzi che stazionavano nella grande libreria del soggiorno.
E così, giorno dopo giorno, grazie alle sue nuove padrone, entrò in quel mondo magico che è la letteratura.
Si commosse quando gli raccontarono la storia de Il Piccolo Principe.
Miagolò divertito ascoltando l’avventura di Charlie nella fantasmagorica fabbrica di cioccolato di Willy Wonka.
Sperò di essere al fianco di Toto al cospetto de Il Mago di Oz.
Ma più di tutto, sognava di poter intraprendere una grande avventura come quella di Huckleberry Finn.
Il gatto ci pensava ogni giorno.
Non che con le sue amiche si trovasse male.
Al contrario.
Era coccolato, viziato, per non parlare del mangiare!
Solo che, come sempre accade nella vita di ciascuno, si cresce e si iniziano a desiderare cose diverse.
E lui, il gattino curioso e bookaholico, voleva scoprire il mondo.
Aveva voglia di essere indipendente.
Ma non voleva nemmeno ferire le sue care amiche.
E, soprattutto, sapeva di non poterle lasciare così, da sole.
Decise, quindi, di trovare un degno sostituto.
Si, ma dove poteva cercarlo?
Zompettando allegro scese in giardino e iniziò ad ispezionarlo.
Nulla.
Provò anche ad avventurarsi nel parco vicino casa.
Niente anche li.
Stava giusto per perdere la speranza quando, una sera, passeggiando sotto al grande albero del giardino, gli sembrò di sentire un rumore, tra le foglie.
Alzò gli occhi e incontrò lo sguardo stupito, e un pochino spaventato, di un piccolo gufo.
“Ciao, piccolo gufo, come ti chiami?” – chiese il gatto curiosone.
“Boh?” – rispose incerto il gufo.
“Ti piacerebbe conoscere le mie amiche?” – continuò il gatto – “Sono sicuro che ti adoreranno!”
“Mah…” – accennò il gufo.
“Ho capito: sei un tipo di poche parole. Vieni con me e vedrai se, in poco tempo, non inizierai a chiacchierare di letteratura e a parlare per citazioni!” – lo sfidò il gatto.
E così, quella sera, nella casa entrò il timido gufetto senza nome.
Le amiche di blog lo accolsero con tutti gli onori e iniziarono a coccolarlo dal primo momento che lo videro.
Il gatto, che aveva già preparato la valigia e che, previdente come pochi, aveva anche lasciato loro un biglietto di addio (perché salutarle di persona no, proprio non ce l’avrebbe fatta), a vedere quel quadretto così allegro, quasi quasi iniziò a dubitare del suo piano.
Dopotutto quelle amiche erano le SUE amiche.
E quella era la sua casa.
E il suo blog.
Aveva passato con loro tre anni.
Le aveva viste crescere e diventare più consapevoli delle loro capacità.
Erano la sua famiglia.
“Quasi quasi resto” – pensò il gattino, sull’uscio di casa.
E stava per rientrare quando fu distratto da qualcosa di colorato che spuntava tra l’erba del giardino.
“Uh, guarda, un gomitolo!! Corro a prenderlo” – miagolò felice.
E, con un ultimo sguardo alle sue amiche e al piccolo gufetto, il gatto curiosone si allontanò dalle loro vite.
E corse incontro alla sua nuova avventura in giro per il mondo.
Storia commovente, è proprio la nostra.
<3
Felice io 🙂
E’ inutile dirlo, vero, che il nostro gufetto è già superviziato? 😉