
Axel Meyer stava dormendo, la testa appoggiata a una sciarpa di lana nera premuta cono il finestrino del treno. Cullato dal ritmo costante delle ruote sui binari, era riuscito ad abbandonarsi a un sonno profondo, come non gli capitava da diversi giorni a quella parte, dopo il terrificante viaggio da Berlino. Quando si vedono ufficiali nei paraggi i soldati sventolavano bandiere rosse e sussurravano: “Via le luci, fuori i coltelli”.
Dopo “Il ragazzo di Berlino” Paul Dowswell ritorna con un nuovo e appassionante romanzo per ragazzi, dove racconta l’ultimo giorno della Prima guerra mondiale: l’11 novembre 1918.
Durante la notte, su un treno a nord di Parigi, la Germania firma l’armistizio con le Forze alleate, ma devono passare sei ore prima che tutto sia reso ufficiale e che abbia fine la guerra.
Sul fronte occidentale s’incontrano tre soldati: Axel, un giovanissimo fante tedesco, Will, giovane inglese, e Eddie, un rampollo americano partito per la guerra per conquistare le ragazze.
In quella ultima notte le loro vite s’incroceranno e cambieranno per sempre.
Emergono le paure e le speranze di ragazzi diversi ma in realtà molto simili, diversi solo per le uniformi che indossano, ma che combattono per sopravvivere.
I tre protagonisti non sono mai esistiti, ma quella notte perserò la vita quasi tremila soldati e come dice Paul alla fine dopo cent’anni dalla sua conclusione il ricordo di questa terribile guerra ci perseguita ancora.
Buona lettura!
Età di lettura: da 12 anni.
L’ultima alba di guerra
Paul Dowswell
Feltrinelli Kids, 2012, p. 175, € 13,00
che bella storia
Non capisco chi muore.
Eddie dice che non respira più, anche se la bomba no gli ha riportato dei traumi o segni evidenti sulla pelle;
Will,non si sa come,quando il fratello tira via la coperta che gli ricopriva il volto resuscita;
Axel scappa perché gli stanno sparando, esce da un bosco e trova una casa e poi… cosa succede?
In se la storia è molto bella ma la conclusione è molto confusionaria.
Eddie muore soprattutto per le ferite alle gambe, Axel riesce a scappare e si immagina di tornare a casa, Will sembra morire ma miracolosamente si salva.
Quindi muore solo Eddie.
Capisco quando dici che il finale è confusionario ma l’intento dell’autore è proprio quello di trasmettere la velocità del momento e lascia al lettore l’indecisione di pensiero trasmettendo anche, secondo me, ciò che si provava in guerra quando si perdeva qualcuno: il tempo di elaborare l’accaduto non c’era e bisognava imparare ad andare avanti nonostante le emozioni.
Inoltre l’importante nel libro non è il finale ma il fatto che soldati di fazioni nemiche, dopotutto, siano sempre uomini.
Alex nonostante Eddie sia suo nemico gli sta vicino fino alla fine e muoiono entrambi e si salva solo Will.
Eddie muore soprattutto per le ferite alle gambe, Axel riesce a scappare e intravede una casa tedesca, Will sembra morire per l’esplosione ma miracolosamente si salva.
Quindi muore SOLO Eddie!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Capisco quando dici che il finale è confusionario ma l’intento dell’autore è proprio quello di trasmettere la velocità del momento e lascia al lettore l’indecisione di pensiero trasmettendo anche, secondo me, ciò che si provava in guerra quando si perdeva qualcuno: il tempo di elaborare l’accaduto non c’era e bisognava imparare ad andare avanti nonostante le emozioni.
Inoltre l’importante nel libro non è il finale ma il fatto che soldati di fazioni nemiche, dopotutto, siano sempre uomini.