Stereotipi e arzigogoli. Divagazioni in tema di genere, Donatella Caione

“Lo stereotipo è una visione semplificata e largamente condivisa di un’idea, un concetto, un oggetto, un gruppo di persone. La parola stereotipo dalla parola greca stereos che significa solido, stabile, resistente e da tipos che vuol dire modello, marchio. Un marchio resistente insomma”

Da quando sono diventata mamma sono continuamente alla ricerca di libri che mi aiutino a evitare di inserire involontariamente nei discorsi con i miei figli stereotipi che possano condizionare la loro vita: a me hanno insegnato che per tutti, maschi o femmine, timidi o estroversi, sicuri o insicuri, devono esserci le stesse possibilità, che tutti possono fare le stesse cose, se vogliono farle.
Spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto ma pensandoci su un attimo in più ci accorgiamo che al figlio che ha accennato un pianto qualcuno di noi ha detto: “non sei mica una femminuccia!”, oppure “guarda che i maschi non piangono”, per non parlare di “dai che non è niente!”
Un pianto ha sempre un motivo e va solo capito e compreso. Questo è quello di cui sono convinta e non sono solo io a pensarlo.

La recensione di Stereotipi e arzigogoli. Divagazioni in tema di genere, Donatella Caione

Donatella Caione (mamma editora di Matilda Editrice, la casa editrice che pubblica molte opere relative all’infanzia, con grande interesse per i temi dell’educazione alle differenze, alle emozioni e alle identità e ai significati nascosti dietro al bullismo) in questo libro mette a fuoco la sua esperienza e la confronta con alcune letture sul tema (il riferimento è a Parenting beyond pink and blue, di Christa Spears Brown), nelle quali ha trovato conferme sperimentali e ricerche sulle sue considerazioni.

“Siamo al 41esimo posto nella classifica del Global Gender Gap. Se vogliamo risalire la classifica, se vogliamo che realmente le nostre bambine abbiano pari opportunità non è di quote rosa che abbiamo bisogno ma di una educazione che liberi la loro intelligenza, creatività, genialità, che le faccia sentire libere di desiderare e sognare, che non le intrappoli in costruzioni definite per loro da altri, magari per esigenze commerciali e pubblicitarie. E naturalmente anche i bambini hanno diritto ad opportunità pari, per crescere liberi di diventare buoni padri, di essere bravi in italiano più che in matematica, se lo desiderano, per potere essere uomini rispettosi delle loro compagne, non soffocati da vecchi modelli stereotipati”

Una lettura che fa molto riflettere e che ci aiuta a indagare nel nostro subconscio, bombardato da messaggi che ci arrivano dai media e dai comportamenti sociali violenti, purtroppo molto frequenti negli ultimi anni: bullismo, cyberbullismo, relazioni violente, si stanno moltiplicando e non possiamo pretendere di debellarle se non partiamo dall’insegnare ai nostri figli essendo per primi completamente liberi dagli stereotipi.

“Sin dalla scuola dell’infanzia è indispensabile educare alle emozioni, spiegare che piangere non è da femminuccia, che la rabbia non è un’emozione positiva neanche per un maschietto, che non si risponde ad uno schiaffo con uno schiaffo, che non si dà un bacetto a una bimba che non lo vuole, che un maschietto può essere timido ed una bimba spavalda, un maschietto può avere paura ed una bimba può desiderare di dare calci ad un pallone.”

Una lettura che in molti (madri, padri, nonni e zii, insegnanti, ma non solo) dovrebbero fare, per far sì che il nostro futuro si possa sviluppare, più libero e sicuramente più felice!

Stereotipi e arzigogoli. Divagazioni in tema di genere
Donatella Caione
Matilda Editrice (collana Le Pizzicallanti), 2017, pag. 80, € 7,00
ISBN: 978-88-99908-06-5
Disponibile anche in e-book

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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