Da cristiana dentro la chiesa avevo patito spesso rappresentazioni limitate e fuorvianti di me come donna, il più delle volte contrabbandate attraverso altrettanto povere interpretazioni della complessa figura di Maria di Nazareth
La mia recensione di Ave Mary. E la chiesa inventò la donna, Michela Murgia
Non potevo iniziare il mese sul femminismo senza citare Ave Mary.
In questo saggio Michela Murgia ci regala un punto di vista importante sul ruolo della donna.
Partendo da casi concreti, citando parabole del Vangelo, passando per pubblicità televisive la Murgia ci dimostra che il cattolicesimo continua a legittimare la gerarchia fra i sessi.
Ave Mary è un libro anche per i non credenti perchè la Murgia ha la capacità di legare tutti, credenti e non, nel particoalre rapporto tra uomo e donna, la diversità ma anche la complementarietà.
Il processo di riappropriazione della propria complessità per le donne deve passare attraverso la costruzione di un sano immaginario del limite. È una questione di sopravvivenza, e non solo in rapporto a se stesse, perché la donna rappresentata da Maria offre anche all’uomo un modello inaccessibile e frustrante con cui rapportarsi. Impossibile da possedere, intangibile al tempo e alla sua consunzione, la donna-santuario resta un mistero davanti al quale o ci si inginocchia o si bestemmia.
La mia opinione su Ave Mary. E la chiesa inventò la donna, Michela Murgia
Michela Murgia parte dalle basi della cristianità: Eva e Maria e ricostruisce come le donne abbiano preso il sopravvento agli steriotipi. Un dettaglio che anche Giovanni Paolo I ha messo in risalto dicendo che “noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile: è papà, più ancora è madre”, affermazione che creò non poco panico in Vaticano.
Un saggio che si legge tutto d’un fiato.
Buona lettura!
Ave Mary. E la chiesa inventò la donna
Michela Murgia
Einaudi, 2011, 166 pag., € 16.00