«Un dito di lambrusco, brindiamo?»
«A cosa, mamma?»
«Alla vita, riserva sempre delle sorprese.»
La recensione di Giochi di ombre, Daniela Dawan
“Nel cuore di un uomo di valore deve sempre esserci un piccolo spazio riservato alle cose insondabili che tali debbono restare.”
Quattro amici: Antonio, dal fisico imponente, che scrive poesie come un poeta antico; l’ombroso Omar, che non riesce a riconoscersi omosessuale; Olivia, bella e intraprendente, che ne è innamorata; Nina, solare e combattiva, che si lascia trasportare con entusiasmo nel mondo magico di Antonio, orfano di nobili origini. Ospiti in un antico maniero intraprenderanno un viaggio fisico in un dedalo di cunicoli e passaggi, animati da oscure presenze e nelle tenebre riusciranno a rivelarsi l’un l’altro nella loro più segreta intimità.
Con queste parole viene descritto il romanzo di Daniela Dawan. Misteriose e oscure, come certe realtà che si sono fatte vive nelle nostre vite in questi ultimi anni. Ma il capire se stesso non è sempre stato un momento importante per l’uomo, giovane o adulto che fosse? Possiamo pensare che certe situazioni, nel male, nel dolore del momento, ci abbiano in qualche modo aiutato ad affrontare certi luoghi bui della nostra vita?
La mia opinione su Giochi di ombre, Daniela Dawan
“La verità è che bisogna tener testa al tempo, lui fa di tutto per distruggere le cose in cui credi, ti colpisce alle spalle. È il nemico sotterraneo che corrode tutto. Bisogna vivere il momento, non rinunciare a quel po’ di felicità che puoi prenderti.»
Ho letto questo romanzo trasportata dalle emozioni di quattro ragazzi. In ognuno di loro potevo leggere parti della me dell’epoca. E di mia figlia adolescente oggi, se ci ripenso a mente fredda.
“Scrivere non è come dirsi le cose a voce; esprimere per iscritto un sentimento, un desiderio, significa dargli forma, consolidarlo, non poter più tornare indietro.
Lui pensa a sua madre che lo vorrebbe vedere con una ragazza al suo fianco, a suo padre che non reggerebbe la vergogna: cosa potrebbe mai raccontare ai parenti in Marocco del suo unico figlio maschio?”
Sono molti i temi toccati da questa storia, molte le difficoltà che i ragazzi (ma anche gli adulti, ammettiamolo) incontrano nei pochi giorni in cui si svolge il racconto. Sono concentrati, in modo da tirarne fuori l’essenza, i nodi che ognuno di noi è chiamato a risolvere nel proprio personale modo.
I nostri quattro ragazzi si danno da fare, eh, provano emozioni forti, contrastanti, ma non si tirano indietro e provano a mettersi a nudo. Si analizzano, si studiano. E anche grazie all’avventura che si offre loro, riescono ad andare a fondo, a scavare e ad affrontare quegli aspetti ancora poco chiari della propria vita.
Una bella occasione, un viaggio nel profondo, in tutti i sensi, che farebbe bene ad ognuno di noi.
Giochi di ombre
Daniela Dawan
Giunti Editore , 2022, p. 204, €. 14,00