Note del guanciale, Sei Shōnagon

«L’aurora a primavera: si rischiara il cielo sulle cime delle montagne, sempre più luminoso, e nuvole rosa si accavallano snelle e leggere. D’estate, la notte: naturalmente col chiaro di luna; ma anche quando le tenebre sono profonde.»

Note del guanciale (枕草子 Makura no Sōshi) è un’opera di Sei Shōnagon, scrittrice e poetessa giapponese, dama di compagnia dell’imperatrice Teishi dal 993 al 1001. Databile intorno all’anno 1000, il libro è ritenuto con Genji Monogatari uno dei classici della letteratura giapponese del periodo Heian.

Cose che fanno palpitare il cuore.
Le notti in cui si attende qualcuno; soprattutto quando, udendo lo scrosciare improvviso della pioggia o il frusciare carezzevole del vento, si sussulta pensando che sia giunto l’amato.

La recensione di Note del guanciale, Sei Shōnagon

La caratteristica fondamentale che colpisce di Note del guanciale, e della sua autrice, è la capacità di cogliere e rendere preziose e bellissime le piccole cose. Gli attimi della vita quotidiana.
L’attenzione ai dettagli, tipica delle culture orientali e soprattutto di quella giapponese, è qui resa al massimo, quando fa caso al suono della piogg, al battito del cuore, al profumo di un fiore che sboccia.
Una perla, di cui purtroppo non conoscevo ancora l’esistenza.

«In queste mie note, scritte per mitigare la noia di una vacanza a casa, ho voluto fermare quel che i miei occhi hanno veduto e che il mio cuore ha sentito, pensando che nessuno le avrebbe lette. Le ho tenute nascoste sin qui, anche perché vi sono accenni infelicemente scortesi e irriguardosi per qualcuno.»

La mia opinione su Note del guanciale, Sei Shōnagon

Avevo trovato il titolo di questo libro tempo fa, tra i 1001 libri da leggere prima di morire, quelli proprio fondamentali per conoscere le opere principali della letteratura mondiale.

Note del guanciale di Sei Shōnagon è un’opera delicata come le dame di compagnia, come i fiori di pesco, ma anche ferma e forte, marziale come sa essere la disciplina orientale, che alterna piccole poesie a racconti del quotidiano a descrizioni sognanti di “quello che è piacevole” e quello che no.

Mi è piaciuto molto leggerlo, a piccole dosi, ogni sera una o due pagine, come una coccola prima di dormire. Credo ci sarebbe molto da dire e disquisire sui temi, sulle tecniche, sullo stile, ma io, nel mio piccolo, vorrei solo dirvi quanto faccia bene donarsi piccoli piaceri, micromomenti da dedicare al bello, vorrei solo raccomandarvi di fare in modo di donarvene, il più spesso possibile, perché li meritiamo, tutti quanti.

Note del guanciale l’ho trovato per caso – come mi accade spesso con i libri – in un banchetto di libri usati, a Faenza, due giorni prima che succedesse tutto quello che è successo in Romagna.
Frasi trite e ritrite, lo so, ma il mio pensiero va a chi ha tanto perso, non solo in beni materiali ma in ricordi del cuore: che sia possibile conservarli per sempre tutti lì, nel nostro cuore, da dove nessuno sarà capace di trascinarli via!

Note del guanciale
Sei Shōnagon
SE, 2017, p. 325, €. 29,00

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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