Non è importante cosa sia successo prima. È quello che farai adesso che conta.
La recensione di Il Bird Hotel di Joyce Maynard
Irene ha perso tutto. Prima la madre, poi il nome, infine il marito e il figlio. Ora che la vita per lei non ha più senso rimanere a San Francisco è impensabile. Mangiare, dormire, lavorare, parlare sono tutte azioni che vanno bene per gli altri ma che richiedono un’energia che la donna non ha più.
Così inizia a camminare, sale su un autobus, su un aereo e in ultimo su una barca. E arriva in un paesino ai piedi di un vulcano. Un paesino in CentroAmerica sulle rive di un ampio lago le cui acque hanno sommerso i resti di una antica città maya.
In paese c’è un albergo, La Llorona, immerso in un giardino rigoglioso. Un albergo di una bellezza sontuosa ma in sfacelo: il tetto da riparare, le piastrelle sbeccate. Eppure è un luogo bellissimo e accogliente grazie alla proprietaria Leila.
Irene si sente accettata e protetta e per la prima volta inizia a respirare di nuovo, a prendersi tempo.
Inizia di nuovo a a vivere.
La mia opinione su Il Bird Hotel di Joyce Maynard
Il Bird Hotel è la storia di una rinascita ma prima ancora è la cronaca dei lutti che si abbattono su Irene e sui segni che le lasciano nell’animo.
Come si cresce senza madre soprattutto sapendo cosa ha fatto? Irene per tutta la vita si è dovuta difendere dalla colpa della madre, da questa donna che si è ritrovata invischiata in una cosa più grande di lei per la quale ha abbandonato la figlia.
Irene cresce nascondendosi e quando si sposa e diventa a sua volta madre crede che il cerchio si sia chiuso, che la vita passata a negare, a rendersi invisibile sia finalmente un ricordo lontano. Poi il doppio lutto che la colpisce la getta nello sconforto più nero. Arriva a pianificare il suicidio perché gettarsi dal ponte le sembra la maniera migliore per sopportare ciò che le è stato portato via.
Invece la vita per lei ha altri piani. Il viaggio, il soggiorno e la gestione dell’albergo, che le viene lasciato in eredità dalla proprietaria precedente, il farsi carico dei mille problemi legati alla Llorona e a chi ci lavora, i rapporti sempre più stretti con gli abitanti del paese e la natura che la circonda le riservano grandi sorprese non da ultimo il ritorno alla vita. Perché Irene ricomincia a sorridere. E ad amare. Anche quando sarà delusa, tradita da chi credeva amico. Anche di fronte alla natura impetuosa e castigatrice. Irene non perderà mai la forza. Andare avanti, guardare al futuro sarà il motto della sua vita.
Joyce Maynard scrive una storia molto forte ma lo fa con uno stile pacato e quasi sussurrato, con capitoli che disegnano tanti piccoli episodi, a volte slegati a volte no, dove i personaggi sono molteplici ma così ben caratterizzati da far sentire il lettore parte del villaggio. C’è poi la natura rigogliosa che circonda l’albergo, i fiori meravigliosi, le centinaia di uccelli, le lucciole che arrivano una volta l’anno e il vulcano che veglia e distrugge ma solo quando serve. Infine c’è anche una piccola eco di uno dei libri più belli mai scritti: L’amore ai tempi del colera.
Un romanzo forse prevedibile in alcune parti che però ha la grande forza di raccontare una storia importante ma senza travalicarla. Joyce Maynard scrive ma è come se si facesse da parte, è anche lei spettatrice, insieme a noi, delle difficoltà e della rinascita di Irene dimostrando che si può raccontare il dolore rispettandolo.
Buona lettura.
Il Bird Notel
Joyce Maynard
NN Editore, 2024, p. 486, €. 21,00