Ma avere un cuore da bambino non è una vergogna. È un onore. Un uomo deve comportarsi da uomo. Deve sempre combattere, preferibilmente e saggiamente, con le probabilità a suo favore, ma in caso di necessità deve combattere anche contro qualunque probabilità e senza preoccuparsi dell’esito. Deve seguire i propri usi e le proprie leggi tribali, e quando non può, deve accettare la punizione prevista da queste leggi. Ma non gli si deve dire come un rimprovero che ha conservato un cuore da bambino, un’onestà da bambino, una freschezza e una nobiltà da bambino. (da Vero all’alba)
La monografia che state per leggere è davvero un’impresa impossibile.
Perchè non sarà possibile parlare dettagliatamente dell’autore di oggi.
Semplicemente per il fatto che è stato una leggenda da vivo e continua ad esserlo da morto.
E perchè la sua produzione letteraria, come anche la sua vita personale, è così ricca di avvenimenti e di particolari da ricordare che qualcosa sfuggirà sicuramente.
Quello che ci premeva era ricordarlo, alla maniera di Zebuk.
E farlo proprio nel mese in cui affrontiamo il tema dei viaggi.
Perchè la sua vita e le sue opere sono un tutt’uno col viaggiare.
Piccoli cenni biografici
Ernest Miller Hemingway (Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961) è stato un punto di riferimento letterario per molti autori del suo tempo e anche per quelli delle generazioni successive.
Soprannominato Papa, fece parte della comunità di espatriati a Parigi durante gli anni venti, conosciuta come “la Generazione perduta”, e da lui stesso così chiamata nel suo libro di memorie Festa mobile. Condusse una vita sociale turbolenta, si sposò quattro volte e gli furono attribuite varie relazioni sentimentali. Raggiunse già in vita una non comune popolarità e fama, che lo elevarono a mito delle nuove generazioni. Hemingway ricevette il Premio Pulitzer nel 1953 per Il vecchio e il mare, e vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1954. (Fonte: Wikipedia).
Hemingway sviluppò fin da bambino l’amore per la natura e gli animali, grazie anche al padre, medico naturista.
L’amato genitore, all’età di 10 anni, gli regalò anche il suo primo fucile, arma che sarà sua fedele compagna di vita fino alla fine.
Appena diplomato, nel 1917 si trasferì a Kansas City e divenne cronista per il Kansas City Star.
Allo scoppiare della prima guerra mondiale si arruolò.
Rimase ferito durante una battaglia in Italia e trasportato nell’Ospedale della Croce Rossa americana a Milano, dove conobbe (e si innamorò) di un’infermiera statunitense di origine americana (vi ricorda qualcosa?).
Rientrato a casa ricominciò a scrivere e a tenere conferenze sulle sue esperienze di guerra.
Ma la svolta per la sua carriera letteraria giunse quando arrivò a Parigi, dove incontrò Gertrude Stein.
Da li in poi, fu una serie di esperienze letterarie e viaggi.
Soprattutto in Spagna all’inizio, a Pamplona, per la festa di San Firmino (dove ovviamente trasse l’ispirazione per scrivere Fiesta). Ma anche a Cuba, negli anni successivi.
Altre fonti di ispirazione per la sua produzione letteraria furono il suo amore per la pesca e per la caccia.
Quest’ultima passione lo porterà a viaggiare in Africa, nel safari che aveva sognato tutta la vita.
La sua bravura sta nel fatto di essere riuscito a trasformare ogni singola esperienza personale in altrettanti romanzi indimenticabili.
La sua vita fu segnata in modo irreversibile da una serie di incidenti che gli intaccarono il fisico e che lo portarono a soffrire di depressione.
Una malattia che lo porterà, il 2 luglio del 1961 ad imbracciare uno dei suoi amati fucili e a lasciare per sempre questa terra.
Lo “Stile Hemingway”
Lo stile letterario di Hemingway, caratterizzato dall’essenzialità e asciuttezza del linguaggio e dall’understatement, ebbe una significativa influenza sullo sviluppo del Romanzo nel XX secolo. I suoi protagonisti sono tipicamente uomini dall’indole stoica, i quali vengono chiamati a mostrare “grazia” in situazioni di disagio. Molte delle sue opere sono considerate pietre miliari della letteratura americana. (Fonte: Wikipedia).
Di Hemingway ci resta una straordinaria produzione letteraria e altrettante riduzioni cinematografiche delle sue opere.
Rimane il ricordo di una figura assolutamente non convenzionale.
Che visse la propria vita fino in fondo, anche in modo estremo e facendo scelte spesso discutibili.
Ma riuscendo comunque a restare sempre se stesso.
E a trasmettere in modo incredibilmente magistrale i suoi pensieri attraverso la scrittura.
Forse non tutti sanno che…
- A L’Avana Hemingway dette immortalità a due cocktail a base di rum e a due locali della capitale con la celebre frase “il Mojito alla Boteguita (del Medio) e il Daiquiri al Floridita”.
- Nella casa di Key West, in Florida, abitano ancora i gatti dello scrittore, che sono dotati di una caratteristica particolare. Sono polidattili, hanno cioè sei dita. Adesso, la commissione cittadina di Key West ha deciso di tutelare i gatti di Hemingway, esentando la casa da una legge che proibiva la presenza di più di 4 animali domestici per nucleo familiare. “Si tratta di gatti dal forte significato sociale e turistico, parte integrante della storia della casa”, ha dichiarato la commissione. Fu il capitano di una nave a regalare a Hemingway un gatto con 6 dita. Adesso la famiglia si è allargata, e conta circa una cinquantina di membri. Il governo federale degli Stati Uniti è intervenuto nella vicenda dei gatti e dovrà ora decidere la loro sorte, ovvero se potranno continuare a vivere in libertà nel giardino della villa dello scrittore, nell’isola di Key West, oppure se dovranno essere confinati.