Lo sbaglio, Flavia Piccinni

“Allora io mollo tutti e me ne vado” urla. “Mi metto col Petacci, che mi rende felice, e provo anche io, finalmente, a fare la signora.”
Trattengo una risata, faccio finta di batterle le mani. A parte il Petacci, sono le identiche frasi che ha ripetuto l’anno scorso, e l’anno prima ancora. Sono catene di parole senza senso, come catene di esseri umani sono quelle che formano un albero genealogico. Nelle sue frasi un vocabolo appartiene all’altro, un figlio al suo legittimo genitore.
Adesso tutto questo non ha più senso. La nostra è una partita arrivata allo stallo.

La trama

Caterina gioca a scacchi e studia farmacia. È una studentessa mediocre ma come giocatrice sa sempre condurre i propri avversari dove vuole, fino a sbagliare la mossa decisiva. Davanti alle sessantaquattro caselle Caterina ha imparato a perdere ogni insicurezza, a rimandare le decisioni sgradevoli e ad accettare le partite della vita in cui per gli altri, i familiari o il fidanzato Riccardo, lei è solo una pedina. Sa bene, Caterina, che una logica spietata impedisce alle cose di cambiare, e che il suo destino è già scritto: nonostante ora sia a un passo dalle Olimpiadi, sua madre ha deciso che dovrà essere una farmacista, nella migliore tradizione di famiglia. Quando però una variabile imprevista irrompe nel suo mondo, tutto sembra andare in frantumi e a nulla servono gli sforzi di nonna Ines, che è arrivata da Taranto illudendosi di poter incollare i cocci.

[fonte: Rizzoli Editore]

Le impressioni

Ovvero: quando ti metti in testa che devi assolutamente leggere un libro perché te l’ha consigliato uno di cui ti fidi e poi…

Mi spiego.

Caterina, la protagonista è una tipa fredda, che non ha conosciuto l’amore materno. Una che vorrebbe tanto esternare la sua voglia di amore, di calore, di tenerezza ma proprio non ce la fa. O almeno non ce la fa con le persone che al momento ha intorno. E di sicuro – almeno in questo caso – è colpa della madre. Che le ha insegnato che l’amore è utile solo a farti arrivare dove vuoi, a farti avere soldi e agiatezza, a farti vedere come una ‘importante’.

E non importa cosa tu voglia veramente, non importa se tu desideri ardentemente qualcosa, se quel ‘qualcosa’ non è “il tuo destino”, ovvero quello che è stato deciso per te. Dagli altri.

Poi Caterina è anche una appassionata di scacchi (e non vorrei attirarmi le ire degli scacchisti se dico che quello è un gioco per cui si deve essere capaci di molta freddezza…). Ed è convinta di poter vincere. Di arrivare alle Olimpiadi, addirittura. E state certi che arriverà dove vuole arrivare, nonostante tutto. E tutti.

Ecco, quello che di questo libro non mi è piaciuto è proprio questa freddezza.

Ma ammetto che Flavia Piccinni ha saputo renderla davvero bene, col suo modo di scrivere, con la sua scrittura pulita e ordinata. La descrizione di Caterina, dei personaggi che le ruotano attorno, degli ambienti, della mia amata Lucca – dipinta in una delle sue rare nevicate: tutto è di una freddezza incredibile. Anche i colpi di scena (perché all’inizio credevo di non trovarne ma poi il colpo di scena c’è, altroché!), anche quelli si consumano in una freddezza glaciale. E io in tutto questo freddo non mi ci trovo, no.

Ma forse la differenza sta nel come si vivono le cose, nel come ci si pone di fronte ai propri errori e di fronte alle volontà altrui. E forse il percorso di Caterina, in fondo, è proprio quello che insegna a vivere sulle proprie gambe e a fare le proprie scelte con il proprio cuore*. E’ allora che Caterina vince, quando fa davvero quello che vuole fare. Nonostante tutto.

Ecco quello che invece mi è proprio piaciuto, di questo libro: Flavia ha scritto un libro capace di suscitare sentimenti forti, anche se non sempre così piacevoli. Per me, almeno.

Un libro capace di porci di fronte ad una delle questioni fondamentali della vita: “meglio affidarsi alle scelte degli altri o scommettere sulle proprie convinzioni?”. E a me piace quando qualcuno (o qualcosa) sa pormi domande, sa come mettermi una pulce nell’orecchio che scava scava scava… finché non trova la sua risposta.

E alla fine, Lo Sbaglio, ci è riuscito.

Mi ha fatto una domanda alla quale, scava e scava, ho risposto. E ho agito. Anch’io, come Caterina.

Ora sì che sono curiosa di leggere gli altri libri di Flavia, sì… 🙂

* perdonatemi la cacofonia di tutti questi “proprie”: era assolutamente voluta! 😉
Lo sbaglio
Flavia Piccinni
Rizzoli Editore (collana Scala italiani), 2011, pag. 312, € 18,50
ISBN: 17050890

Dove acquistarlo: Amazon

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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