Inkheart, Cornelia Funke

“If you take a book with you on a journey,” Mo had said when he put the first one in her box, “an odd thing happens: The book begins collecting your memories. And forever after you have only to open that book to be back where you first read it. It will all come into your mind with the very first words: the sights you saw in that place, what it smelled like, the ice cream you ate while you were reading it… yes, books are like flypaper—memories cling to the printed page better than anything else.”

Maggie ha 12 anni e una grande passione per i libri.
E non potrebbe essere altrimenti: suo padre, Mortimer (detto Mo) è un rilegatore di libri.
E casa loro ne è piena.
Ma quando dico piena non mi riferisco soltanto alla libreria, che poi è il posto principale al quale uno pensa quando si immagina un luogo pieno di romanzi.
No.
Io intendo che proprio ogni parte della casa è affetta da questo loro amore immenso:

 

“The books in Mo and Meggie’s house were stacked under tables, on chairs, in the corners of the rooms. There where books in the kitchen and books in the lavatory. Books on the TV set and in the closet, small piles of books, tall piles of books, books thick and thin, books old and new. They welcomed Meggie down to breakfast with invitingly opened pages; they kept boredom at bay when the weather was bad. And sometimes you fall over them.”

 

C’è, però, un piccolo particolare.
Mo, durante tutto questo tempo, si è sempre rifiutato di leggere a Maggie qualsiasi libro a voce alta.
Non c’è verso di fargli cambiare idea.
E come dargli torto: quando Mo legge a voce alta, ha il dono di risvegliare i personaggi del libro in questione.
Lo sa bene.
Anni prima, l’ultima volta che gli è capitato di leggere era insieme a sua moglie Resa, la madre di Meggie.
Il libro che Mo stava leggendo si chiamava Inkheart.
Quella notte uscirono fuori dal racconto Capricorn, il cattivo della storia, il suo aiutante Basta e un mangiatore di fuoco, Dustfinger….e Reva restò imprigionata nel libro.
In tutti questi anni il compito di Mo è stato uno soltanto:
Distruggere tutte le copie di Inkheart e ritrovare sua moglie.

Una sera, però, Maggie scopre il segreto di suo padre:

 

“Her curiosity was too much for her. She felt almost as if she could hear the books whispering on the other side of the half-open door. They were promising her a thousand unknown stories, a thousand doors into worlds she had never seen before.”


Il libro che la chiamava dalla libreria paterna era, l’avrete capito, proprio Inkheart.

Era arrivato il momento di far rivivere i personaggi del romanzo, di allearsi con Dustfingers e riportare a casa la mamma.

Inkheart è il primo libro della trilogia di Inkworld, una serie per ragazzi creata da Cornelia Funke.
E’ un romanzo ben scritto, con personaggi curiosi e che ti fanno appassionare alla storia.
Ha di certo qualche punto di contatto con La storia infinita di Michael Ende.
Soprattutto perchè in entrambi è con il racconto delle avventure contenute in un libro che parte tutta la trama.
Devo però riconoscere che la Funke ha sviluppato una storia piacevole e comunque originale.

Da questo romanzo è stato tratto un film omonimo con Brendan Fraser nei panni di Mo, Paul Bettany nel ruolo di Dustfinger e in quelli della sua stramba zia Elinor la grande Helen Mirren.
(ma vi avverto: è un film che si guarda con piacere, a me non è affatto dispiaciuto…ma non è molto fedele al libro)

E forse alla fine Inkheart mi piace perchè parla di libri.
Della magia che li circonda.
Quando li leggi, e viaggi con la fantasia.
Perchè riescono a trasportarti lontano.
E se il libro è magico un po’ di merito ce l’ha il suo autore perchè:

 

“Writing stories is a kind of magic, too.”

 

Inkheart
Cornelia Funke
Chicken House, 2011, 576 pag., £ 5.59
ISBN 978-1908435118

Per acquistarlo in lingua italiana cliccate qui:
Per acquistare la versione Kindle in inglese cliccate qui

 

 

 

Immagine in Evidenza: Old Books by Egilshay

40enne, mamma di una ex Vitellina, moglie di un cuoco provetto. Le mie passioni: lettura e scrittura. E ZeBuk. Fresca Expat in quel di Londra, vago come un bambino in un negozio di giocattoli nei mercatini di libri usati. Forse è questo il Paradiso!

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