Un covo di vipere, Andrea Camilleri

La ‘ntricata foresta dintra alla quali lui e Livia si erano vinuti ad attrovari, senza sapiri né pircome né pirchì, fosse virgini non c’era nisciun dubbio pirchì na decina di metri narrè avivano viduto un cartello di ligno ‘nchiovato al tronco di un àrbolo supra il quali ci stava scrivuto con littre marchiate a foco: foresta vergine.

Il commissario Montalbano si trova con Livia in una foresta vergine ma non in una qualunque, bensì nel “Sogno di Yadwigha” di Henri Rousseau, e come sottofondo sente un usignolo che fischietta Il cielo in una stanza.

Po’ ci fu un botto, un secunno, un terzo cchiù forti di tutti e Montalbano s’arrisbigliò.

Ma da sveglio il commissario continua a sentire l’uccello che fischietta, e dopo una rapida ricognizione scopre in un vagabondo venuto a ripararsi dal temporale appena scoppiato l’autore della melodia.

Dopo un breve scambio con il vagabondo, Montalbano si reca in commissariato, dove l’attende la notizia di un omicidio.
Ad essere stato ammazzato con un colpo di pistola è il fu ragioniere Cosimo Barletta, ma non solo il defunto non è stato ammazzato dal colpo di pistola, ma non era nemmeno solo un ragioniere, si scopre infatti ben presto che prima di essere “sparato” era già morto a causa di un veleno paralizzante messogli nel caffè, e inoltre che la sua vita non era esattamente limpida.

Per quale motivo ben due persone hanno voluto ammazzare Barletta lo stesso giorno? Quanto può essere torbida la vita di un uomo di mezza età, vedovo e padre di famiglia?

“Lei lo considerava un infelice?”
“Prima, no. Ma doppo che gli scrissi la littra, accominzai a raggiunari a com’era fatto ,st,omo. Un poviro, nfilici era! Mai avrebbi attrovato rizzetto! Lo ,nferno ‘n terra pativa! Cchiù aviva e cchiù voliva! Non c’era nenti che gli abbastava, dinaro, fimmine … E non è ‘nfilici ‘n omo accussì?

Durante l’indagine il commissario si troverà a scoprire situazioni sempre più scabrose, fino a un finale che si fa intravedere ma che riesce ugualmente a sconvolgere per la crudezza.
Che dire di quest’ultima avventura di Montalbano? Camilleri non delude mai e se volete acquistarlo cliccate qui sotto:

Un covo di vipere
Andrea Camilleri
Sellerio Editore (collana La memoria), 2013, pag. 261, € 14,00
ISBN: 978-8838930539

over quaranta, mamma, geometra e creativa con una fresca passione per il web e una vecchia passione per i libri in tutte le forme sia cartacea che digitale

2 COMMENTS

  1. Letto in vacanza (metà su carta e metà su iphone per problemi di furto dello zaino, vabbè…). Bel romanzo, anche se dal punto di vista giallistico mi era chiara la soluzione dalle prime pagine. Ma è la costruzione della storia, le divagazioni che sono interessanti.
    La microstoria del vagabondo (che nella costruzione dei romanzi di Montalbano sta nel posto della lettura onirica della storia – moltissime delle ultime opere partono con un sogno di Montalbano che poi trova relazioni con la realtà) è molto accennata, anche se fa da storia minore per tutta la durata del romanzo. E’ abbastanza anomala, perché è utile solo per far scattare l’idea della soluzione in testa al commissario – ma ci sarebbe dovuto arrivare per altra strada – ma non si completa, rimane sfumata, come resta misteriosa tutta la vita del vagabondo. Non ho colto l’allusione che sicuramente Camilleri ha voluto nascondere, magari ci rifletto un po’.

    Un romanzo molto godibile, almeno per me che sono un appassionato della saga di Montalbano

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