«Meu Deus, que calor!» Lenor si levava all’alba, estenuata. Nelle notti d’agosto, alla vecchia casa di Ripetta imposte semiaperte e dilagavano i miasmi: vapori di vino, erbe putride, urina, brulicanti dall’acqua marcia che infettava gli scalini melmosi nell’antico porto.
Ho preso questo libro perché me lo ha amorevolmente consigliato la mia amica bibliotecaria. Mi ha detto: “Ho un libro per te. Letteratura pura.”
Mi ha talmente incuriosito che ho detto subito sì, senza sapere a cosa stavo andando incontro.
Enzo Striano non lo conoscevo: ha la capacità di infilarti nel cuore visioni incredibili, di quelle che ti sembra di ricordare perché le hai vissute in prima persona.
È incredibile, è inspiegabile, bisogna provarlo.
La recensione di Il resto di niente, Enzo Striano
La storia che racconta, romanzandola in parte, è quella di Eleonora de Fonseca Pimentel, una donna nobile, patriota, politica e giornalista (una donna!), una delle figure più importanti della brevissima repubblica napoletana del 1799. La sua storia è di quelle da conoscere, è di quelle che ti fanno sentire così orgogliosa di essere donna, così felice di comprendere appieno i sentimenti che lei prova e che lui descrive così bene, quasi anche lui fosse stato donna e fosse stato madre.
Il resto di niente è straziante a tratti, e poi solare e radioso come solo Napoli sa essere.
Dal mare cresceva una foresta: pennoni, maestre, trinchetti d’ogni dimensione, fasciati di vele chiuse, rigate da scalette di corda. Ne giungevano grasse nuvole d’odori: crusca, formaggi, cuoi, verdure, vino, un po’ come a Ripetta. Anche qui chiasso, brulichio di gente che caricava, scaricava, nella spiaggia aspettavano carretti, somari dai basti enormi, facchini scalzi e impolverati. Pulviscolo sottile, dall’odore strano, come d’orzo acidulo, si ficcava sotto gli abiti, inaridiva i capelli.
E non si tratta di un luogo comune: chi conosce bene Napoli lo sa. Io non la conosco abbastanza da poterla descrivere così bene ma ho letto alcuni brani a persone che hanno Napoli nel sangue e la loro risposta unanime è stata:
Napoli è così
E allora chiudi gli occhi e senti gli odori e le voci, chiudi gli occhi e ti arriva l’entusiasmo e la follia per un ideale “grande” e “potente”, che si ribella ai ricchi e ai nobili e cerca l’uguaglianza delle persone e la pari dignità per tutti, che cerca la Libertà. Chiudi gli occhi, e li tieni ancor più stretti, e osservi lo strazio di una moglie maltrattata e di una mamma a cui la vita ha tolto il figlio. Chiudi gli occhi e senti il silenzio e poi le voci e ancora la luce che passa di nuovo, un giorno, dalla tua finestra. E riscopri una nuova vita e una nuova speranza.
Riflette Lenor:
Un giorno, grazie al nostro lavoro, spunteranno fiori, frutti, i bambini ne mangeranno. Se nessuno s’occupa del giardino il mondo finisce.
E di questo giardino Lenor si è occupata, come tanti altri di cui magari non conosciamo il nome, noi di questo secolo; se ne è occupata con passione e con una grande forza d’animo. Abbiamo il dovere morale di conoscerla:
Ma a lei cosa importava? Tutta la vicenda sua, e l’universo, finiti con lei. Cosa poteva rimanere? I versi? Se proprio non «facevano schifo», come disse Primicerio, erano nulla in paragone a quelli di Metastasio, Rolli, Parini. Di costoro, forse, qualcosa resterà. Fra cent’anni, duecento: nel 1983, meu Deus! Ma di me? Nada de Nada. Il resto di niente.
Il film
Dal libro di Enzo Striano è stato tratto un film, presentato alla Mostra Internazionale Cinematografica di Venezia nel 2004, che ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti.
Il resto di niente
Enzo Striano
Mondadori (collana Oscar Classici Moderni), 2005, pag. 422, € 10,05
ISBN: 978-8804510529
Per acquistare:
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