LeggendoViaggiando: Tre tazze di tè, Greg Mortenson, David Oliver Relin

In tarda mattinata sentì un debole tintinnio di campanacci e lo seguì verso ovest. Una carovana di asini. Cercò i cair, tumuli di pietre che segnavano la via principale per scendere dal Baltoro, ma non trovò altro che rocce sparse in modo casuale. Sopra un bordo appuntito della morena laterale […] improvvisamente si ritrovò davanti a una parete di granito di 1500 metri che bloccava ogni speranza di proseguire.

La mia recensione di Tre tazze di tè, Greg Mortenson, David Oliver Relin

Ho sempre voglia di libri che mi facciano viaggiare, visto che non sempre posso permettermi di farlo materialmente.
Tre tazze di tè è stato un altro di quei libri che noti per caso, quelli che fanno capolino nel box del bookcrossing… avete presente quando siete in attesa dal medico e vi guardate in giro perché non volete per niente al mondo cedere alla tentazione del web? Dovremmo farlo più spesso tutti quanti, di curiosare in giro invece che stare sempre col viso attaccato allo schermo del cellulare… 😉

La trama

“Nel 1993, lo scalatore americano Greg Mortenson, dopo un tentativo fallito di raggiungere la vetta del K2 e una difficile discesa che mette a repentaglio la sua vita, giunge nello sperduto villaggio di Korphe, nel Karakorum pakistano. Gli abitanti lo curano per sette settimane, e per sdebitarsi Greg promette loro che tornerà a costruire una scuola. “Tre tazze di tè” è la storia di quella promessa, delle difficoltà incontrate per mantenerla – in California, Greg rinuncia alla casa e vive in macchina per non sprecare i soldi dell’affitto – e della spettacolare riuscita dell’impresa: in una dozzina di anni Mortenson ha costruito non una ma cinquantacinque scuole, ha promosso in particolare l’istruzione delle bambine, da sempre escluse, e ha portato avanti la sua opera nelle zone dominate dai Talebani, anche dopo l’11 settembre e le guerre che hanno insanguinato una terra già martoriata.”

“Ci dica, se ci fosse una cosa che potremmo fare per il vostro villaggio, quale sarebbe?”
“Con tutto il rispetto, Sahib, avete poco da insegnarci quanto a forza e resistenza. E non invidiamo i vostri spiriti irrequieti. Forse siamo più felici di voi? Ma ci piacerebbe che i nostri figli andassero a scuola. Di tutte le cose che avete, l’insegnamento è quella che più desideriamo per i nostri figli”.

 

La mia opinione su Tre tazze di tè, Greg Mortenson, David Oliver Relin

La storia di Greg Mortenson è una storia vera.
Già.
Sembra impossibile, vero? Sembra impossibile che qualcuno si accolli un onere così pesante, che faccia sacrifici, che viva al limite della povertà per raccogliere denaro per un’impresa che sembra irrealizzabile.
Eppure siamo convinte che ci siano persone buone, al mondo, con un’empatia viva e vegeta, che si appassionano alla causa di altri, che cercano e trovano modi per aiutare a fin di bene, solo per questo.
E noi ci speriamo.
(nb: scrivo “ci speriamo” perché consultando il web paiono saltar fuori scandali e misteri sul denaro raccolto da Mortenson. Non indaghiamo oltre, per il momento). 

La prima volta che bevi un té con uno di noi sei uno straniero; la seconda, un ospite onorato; la terza, sei parte della famiglia.

In questa recensione vogliamo raccontare i luoghi, i paesaggi attraversati da Greg e vissuti quotidianamente dal popolo dei Balti.
Vogliamo stuzzicare la vostra immaginazione, camminare insieme a lui, perderci tra alte vette, nella neve e nel ghiaccio, ritrovarci tra poche case, intorno ad un focolare povero, dove gli abitanti ti offrono tutto ciò che hanno di più prezioso.
Vogliamo commuoverci per l’immagine (un po’ stereotipata?) dei bambini che scrivono con uno stecchino sulla sabbia, che si riuniscono anche quando il maestro è assente per ripassare ciò che hanno imparato, che vogliono più di ogni altra cosa al mondo l’istruzione.
E vogliamo, una volta ancora, ancora più forte, convincerci che

Combattere il terrorismo è forse la settima o l’ottava nella mia lista delle priorità. Ma lavorando laggiù ho imparato alcune cose. Ho imparato che il terrorismo non nasce semplicemente perché un gruppo di persone da qualche parte, in Pakistan come in Afghanistan, decide di odiarci. Nasce perché ai bambini non viene offerto un futuro in grado di dar loro una ragione per scegliere la vita anziché la morte.

Tre tazze di tè
Greg Mortenson, David Oliver Relin
RL Libri (collana Superpocket. Best seller), 2011, pag. 480
ISBN: 9788846211255

Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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