Poi mi guardai allo specchio. Quello che vidi mi fece sghignazzare. Quel tizio nello specchio era un impostore. Giacca e cravatta erano assurde ed eccessive. Ancora lì a cercare di mostrar loro che stavo bene. Che mi fregava? Tanto lo sapevano che la mia vita era a pezzi.
Stavo marcendo dentro, come questa ridicola città. Dopotutto, Los Angeles era il posto giusto per me. Ero membro di quella comunità, insieme agli assassini di mio padre: produttori cinematografici ventiduenni che avevano spappolato il suo cervello e guru della distribuzione che avevano deciso il corso della sua vita. Ero un vero figlio di Los Angeles.
La trama
Bruno Dante è figlio di uno scrittore, poco conosciuto tra i più ma celebre nel suo campo, che sta per morire dopo aver dato l’intera sua vita all’industria di Hollywood come sceneggiatore ed aver abbandonato il suo sogno di scrittore vero e proprio. Per questo motivo suo padre ha cominciato a odiare se stesso.
Bruno è appena uscito dall’ennesimo ricovero in clinica, dopo l’ennesimo tentativo di suicidio. Anche lui si odia, forse. E per questo si perde tra fiumi di alcol, sesso e trasgressione. Il viaggio al capezzale di suo padre morente, però, gli permette di imparare qualcosa in più di se stesso, di capire quanto affetto provi per quell’uomo, che ammira e venera, di perdonarsi (forse?) i suoi eccessi e la caduta a picco della sua vita, dove niente più importa se non la trasgressione.
Questa è (anche) la storia molto autobiografica (e quasi del tutto vera) di Dan Fante, figlio del più famoso John Fante, e del suo percorso difficile verso la rinascita ed il riscatto da quella che sembrava una vita completamente fatta a pezzi.
Le impressioni
In questo libro gli angeli non ci sono.
O meglio: ci sono, ma sono “angeli cattivi”, figli di Los Angeles, la città del successo, del sogno americano e di Hollywood: le sue grinfie infernali somigliano molto più a quelle di un diavolo, che ti porta via la vita, spremendoti e chiedendo sempre di più al tuo talento.
Quella che leggiamo è un’America dove il sogno americano è già stato fatto a pezzi, così come le vite di tanti e tanti ‘angeli’, passati dalla fama e dal talento all’autodistruzione. Un viaggio per fuggire dal dolore, sempre più lontano, come fa Bruno, insieme al cane di suo padre, Rocco, e ad una prostituta-bambina trovata per caso sulla sua strada. Un viaggio per fuggire e poi tornare, un viaggio per ritrovare quel Bruno che ama, quello che scrive con passione e che – se non beve più – può tornare di nuovo a scrivere e ad essere il vero se stesso e a non perdersi per sempre, come è capitato a suo padre:
[…] l’innocenza di Los Angeles se n’è andata
[per semprePerò una volta io l’ho vista
ho catturato la sua immagine fuggente
gli ho perfino fatto ciao
sbracciandomi dal finestrino posteriore
[della Plymouth dei mieiMa era già stata comprata e venduta
e aveva troppa fretta
per fermarsi
a dire addio”
Bruno ricomincia a vivere, dopo essere morto tante e tante volte. Dopo essere morto con suo padre. Dopo essere morto con Rocco. Dopo essere morto con la sua solitudine.
Ma forse questa volta è quella buona.
Forse questa volta ce la può fare.
Se non altro perché
Misi in moto la Dart e cominciai a guidare verso nord, lungo la costa. L’oceano era di un blu che non avevo mai notato prima.
Angeli a pezzi
Dan Fante
Marcos y Marcos (collana Mini Marcos), 2010, pag. 271, € 10,00
ISBN: 978-8871685267
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